Ma se proprio si vuole normare questo caso-limite, certo lo si deve fare nella direzione più benevola verso chi esercita l’autodifesa. Altrimenti questo disgraziato, oltre al danno di uno Stato latitante nella missione di tutelarlo, deve fare i conti con la beffa di uno Stato che lo persegue per essere stato obbligato a provvedere in proprio. È una beffa abituale in Italia, è la cronaca di un Paese strabico e vile, che condanna le vittime ad anni di carcere e perfino a risarcire i rapinatori, gli aggressori o i loro parenti (l’ultima storia è quella di Angelo Peveri, ma la casistica è purtroppo sterminata).
Per cui, con buona pace dell’Associazione Nazionale Magistrati (il cui presidente si è permesso di chiedere un “rinvio sine die”), dei deputati del Pd che straparlano di Far West, dei franchi tiratori a Cinque Stelle che votano contro il loro stesso governo, la legge in approvazione in queste ore, bandiera del ministro Salvini e sintetizzata nell’idea che non esista eccesso di legittima difesa, è un minimum di civiltà liberale. Stando a Locke, non alla Berghém Fest della Lega.
Giovanni Sallusti, 6 marzo 2019