Questo stucchevolissimo dibattito sulla legittima difesa non dovrebbe neppure esistere, in un Paese di cultura liberale appena passabile. Certo, l’Italia non rientra in questa categoria. E infatti stanno spacciando per idea rivoluzionaria quella che dovrebbe essere un’ovvietà. La difesa è sempre legittima. Mai come in questo caso lo slogan politico e la ciccia filosofica coincidono.
Basterebbe ricordarsi di un gentiluomo britannico di nome John Locke, niente niente il padre del liberalismo. Per costui la costruzione di qualcosa come lo Stato assumeva un senso solo se finalizzata a garantire i diritti naturali dell’individuo: vita, libertà e proprietà. È per questo, che paghiamo il prezzo di una presenza intrusiva, sanzionatoria, opprimente tramite la tassazione, nelle nostre vite. Per essere assicurati nelle nostre libertà fondamentali. Quindi, se qualcuno sta minacciando la mia vita, l’integrità del mio corpo e della mia volontà, o quella dei miei cari, le mie proprietà, è evidente che lo Stato ha già fallito.
Siamo tornati prima del patto sociale e della politica, da un punto di vista liberale ortodosso ma coerente non avrebbe neppure senso che il Parlamento legiferasse su una situazione che implica la sua esautorazione. Mi riprendo il diritto di difendere i miei diritti, per palese inadempienza di chi avevo delegato a farlo, punto.
Ma se proprio si vuole normare questo caso-limite, certo lo si deve fare nella direzione più benevola verso chi esercita l’autodifesa. Altrimenti questo disgraziato, oltre al danno di uno Stato latitante nella missione di tutelarlo, deve fare i conti con la beffa di uno Stato che lo persegue per essere stato obbligato a provvedere in proprio. È una beffa abituale in Italia, è la cronaca di un Paese strabico e vile, che condanna le vittime ad anni di carcere e perfino a risarcire i rapinatori, gli aggressori o i loro parenti (l’ultima storia è quella di Angelo Peveri, ma la casistica è purtroppo sterminata).
Per cui, con buona pace dell’Associazione Nazionale Magistrati (il cui presidente si è permesso di chiedere un “rinvio sine die”), dei deputati del Pd che straparlano di Far West, dei franchi tiratori a Cinque Stelle che votano contro il loro stesso governo, la legge in approvazione in queste ore, bandiera del ministro Salvini e sintetizzata nell’idea che non esista eccesso di legittima difesa, è un minimum di civiltà liberale. Stando a Locke, non alla Berghém Fest della Lega.
Giovanni Sallusti, 6 marzo 2019