Ricordate la donna licenziata dalla Ikea che aveva mobilitato sindacati, opinione pubblica, e persino Gentiloni? Ricordate che la lavoratrice aveva ritenuto il licenziamento discriminatorio e, per questo, chiesto il reintegro e il risarcimento del danno? Be’, i cattivoni della multinazionale svedese avevano ragione.
Il giudice di Milano ha, infatti, respinto il ricorso ritenendo i comportamenti dell’ex dipendente sono stati «di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore e consentono l’adozione del provvedimento disciplinare espulsivo».
Cosa faceva? Sentite qua…