La dottoressa sudafricana rivela: “Dall’Europa mi chiesero di dire che Omicron è grave”

L’intervista choc a Angelique Coetzee, la scienziata che ha “scoperto” Omicron per prima in Sudafrica

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Pressioni da Paesi stranieri. Inviti a dire che Omicron fosse “pericolosa”. E sollecitazioni affinché non dichiarasse pubblicamente che la nuova variante causava “principalmente una malattia lieve”. Sono queste le incredibili rivelazioni di Angelique Coetzee, scienziata sudafricana che ha “scoperto” per prima la mutazione, rilasciate al Welt e al Daily Telegraph. Dichiarazioni che dovrebbero mobilitare la stampa mondiale e i colleghi scienziati. E che invece stanno passando sotto traccia.

L’appello della scienziata controcorrente

I lettori di questo giornale ricorderanno Coetzee. Fu lei, nel pieno della psicosi Omicron, ad annunciare al mondo che non occorreva allarmarsi troppo. Lo aveva detto e ridetto: “La studio da un mese, dà sintomi lievi”. Ma quasi nessuno l’ha voluta ascoltare. Il direttore generale dell’Oms arrivò a dire che “lo tsunami di casi” era così forte che la variante non poteva “essere classificata come lieve”. E i governi di mezzo mondo hanno inasprito le restrizioni, anziché procedere con calma e gesso. Se il Sudafrica era a conoscenza della minore pericolosità della mutazione, perché chiudere tutto? Non è che l’obiettivo era proprio quello di mantenere alta la tensione al fine di poter stringere le maglie del controllo sociale?

Le pressioni: “Devi dire che Omicron è grave”

Il dubbio viene. Soprattutto dopo aver letto l’intervista alla scienziata sudafricana. “Mi è stato chiesto di non dichiarare pubblicamente che si trattava di una malattia lieve. E di dire che eravamo di fronte ad una malattia grave“, spiega la Coetzee. “Io ho rifiutato perché dal quadro clinico non vi erano indicazioni che si trattasse di una malattia molto grave. Il decorso è per lo più mite. Non sto dicendo che si ammalerà nessuno. Ma la definizione di malattia lieve da Covid-19 è chiara, ed è una definizione dell’OMS: i pazienti possono essere curati a casa e non hanno bisogno di ossigeno o di ricovero”. E visto che, a differenza della Delta, con Omicron meno persone finiscono in ospedale o in terapia intensiva, Coetzee non se l’è sentita di mentire esagerandone la pericolosità. “Ho detto: ‘Non posso affermarlo perché non è quello che sto osservando'”.

L’accusa ai Paesi europei

La domanda ora è: da chi sarebbero arrivate queste pressioni? “Sono stata criticata dai Paesi europei“, denuncia la presidente della South African Medical Assciation (Sama). In particolare Paesi Bassi e Regno Unito, ma non solo. “Quello che ho detto a un certo punto, perché ero solo stanca, è stato: in Sud Africa questa è una malattia lieve, ma in Europa è molto grave. Era ciò che i politici Ue volevano sentire”.

Nel mirino di Coetzee ci sono ovviamente tutti i colleghi che hanno spacciato Omicron per l’anticamera dell’inferno pur non avendo alcuna informazione chiara in merito. Ma anche quei politici (a Speranza e Draghi fischiano per caso le orecchie?) che “definiscono la strategia contro il Covid” guidati da Comitati di esperti che “dimenticano il lato clinico del problema“. “I governi hanno reagito in modo decisamente esagerato – ha spiegato Coetzee – Quando abbiamo cercato di sostenere che fosse una malattia lieve, a causa del numero di mutazioni, tutti hanno detto che non era vero. La gente non voleva credere che potesse essere mite”. I politici insomma non hanno ascoltato i medici sul campo, ma solo “i professori che non entrano mai in contatto” con un malato. “Nessuno chiede cosa stia succedendo alla base”, ai dottori, e così finisce che “si sbagliano molte cose”. Mandando al diavolo l’equilibrio tra tutela dell’economia e tutela della salute.

 

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