Le polemiche sulla piazza per l’Europa non si placano. Anzi. L’amministrazione capitolina a guida Pd tira dritto sul finanziamento all’evento lanciato da Michele Serra in Piazza del Popolo e che ha visto sfilare la sinistra. Il sindaco Roberto Gualtieri per il momento resta in silenzio, ma i suoi collaboratori difendono a spada tratta l’operato della giunta, respingendo al mittente le critiche per i soldi buttati – di nascosto secondo la destra. Certo è che solitamente la giustizia si muove per poche centinaia di euro – l’ex sindaco Marino ha tenuto a sottolinearlo nelle scorse ore – mentre ora parliamo di quasi 300 mila euro. E attenzione alle incredibili giravolte dem.
Nel corso della seduta della Commissione di Controllo, Garanzia e Trasparenza del Campidoglio sulle spese sostenute da Roma Capitale per l’organizzazione della manifestazione, Albino Ruberti è stato perentorio: “C’è stato un appello sui valori europei da un giornalista, Michele Serra, che peraltro scrive su un quotidiano ma è una persona libera. La valutazione che ha fatto il sindaco, che rappresenta l’amministrazione in funzione del voto popolare, è stata che l’appello riguardava valori che si ritengono comuni come l’Europa. Il sindaco insieme ad altri 14 sindaci inizialmente promotori hanno deciso che le città dovessero raccogliere un appello ed è diventata un’iniziativa dei sindaci e in particolare di Roma Capitale in quanto città ospitante”.
Sì, avete capito bene. In qualche modo, secondo il capo della segreteria del sindaco di Roma la piazza di Serra l’ha voluta la città. “Ricordo che in tutti i palazzi pubblici noi portiamo tre bandiere, quella dell’Italia, quella dell’Europa e quella dell’amministrazione che si rappresenta, credo quindi che siano valori condivisi” ha proseguito Ruberti: “Basti pensare che in questo momento la nostra città, grazie all’intervento dell’Europa e a un’interlocuzione corretta con il governo e la commissione europea sta realizzando tanti interventi di trasformazione con i finanziamenti europei”.
Forse speranzoso di convincere i lettori, Ruberti ha affermato che l’evento di Serra non aveva connotazione politiche. La dimostrazione? La bandiera Ue come unico riferimento, senza loghi di partito o sindacali. E poco importa se l’appello ha chiamato in causa solo i partiti e i volti di sinistra. E ancora, la scelta “è stata pubblicata sul sito del Comune, prima dell’evento, raccogliendo adesioni sia di singoli cittadini sia di associazioni, pubblicando i nomi delle città che aderivano e che man mano sono state migliaia”, ha spiegato. In merito al fatto che per la manifestazione non è stata pagata l’occupazione di suolo pubblico Ruberti ha risposto:”E’ una manifestazione della nostra città”.
Un altro passaggio incredibile è legato al paragone tra la manifestazione di Serra e la fiaccolata per Navalny del 2024: “E’ stata fatta in piazza del Campidoglio e Roma Capitale ha allestito la piazza con le stesse identiche modalità e non ci fu nessuna contestazione. Ci furono adesioni da tante persone e associazioni ma si partecipò senza simboli. C’erano anche le adesioni di Fdi, Lega, Avs, Fi, M5s, Italia Viva e Pd”. Qualche leggera differenza deve essere sfuggita all’uomo di Gualtieri. Ma non è finita qui: “Un’iniziativa analoga nel 2022 con la fiaccolata per l’inizio della guerra in Ucraina. Ci sono momenti e valori su cui un’amministrazione sente il bisogno di muoversi”.
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Uno dei capitoli più dibattuti riguarda le spese sostenute dal Campidoglio. Ruberti ha precisato che “tutte le informazioni di dettaglio richieste sulle singole spese saranno trasferite”. Sulle spese per gli ospiti, Ruberti ha aggiunto: “Daremo dettaglio delle spese ma già posso anticipare che non sono spese relative a persone che sono intervenute alla manifestazione né relative alla loro accoglienza. Per scelta non si è voluto inserire nessun meccanismo incentivante, i costi sono stati tecnici e di sicurezza ma è giusto che abbiate tutti gli atti”.
Insomma, nulla da recriminare secondo il Pd. L’unica certezza è che il dibattito non si fermerà qui. Il centrodestra è pronto a dare battaglia, come testimoniato dallo striscione esposto in municipio con la scritta “Vergogna”. Anziché minimizzare e ridere, i dem dovrebbero fornire spiegazioni dettagliate e soprattutto evitare che situazioni di questo tipo possano ripetersi, come è in programma il prossimo 6 aprile nella rossissima Bologna di Lepore.
Franco Lodige, 21 marzo 2025
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