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La falsa riabilitazione di Craxi - Seconda parte

Per la sinistra comunista Craxi era ed è odioso perché è quel socialista che – come già fece Turati nei confronti di Gramsci – mostrò e mostra come il comunismo e il mito rivoluzionario siano solo degli inganni praticati a beneficio del Partito e in danno dei lavoratori mentre nella vulgata culturale e antifascista ma non anti-totalitaria della Prima repubblica il comunismo era nientemeno che il Bene e chi si diceva anticomunista o era pazzo o era un fascista e i socialisti se non volevano essere considerati dei traditori oggettivi dovevano sottostare al Pci. Zitti e Mosca. Il Berlinguer – il tanto amato Berlinguer della diversità, della questione morale – ancora nel 1978 riteneva “del tutto vivente e valida la lezione che Lenin ci ha dato” mostrando ancora una volta l’arretratezza culturale e politica della sinistra.

Bettino Craxi, con la sua politica e – oggi lo sappiamo – con la sua vita e la sua morte, s’incaricò di smascherare proprio questo inganno spiegando e dicendo che non solo ci si poteva dire anticomunisti ma era anche giusto e doveroso farlo non solo per motivi di lotta politica ma per genuine ragioni di verità e libertà. Ecco perché ancora oggi Bettino Craxi è tanto odiato a sinistra e non basterà un film, per quanto ben fatto, a “riabilitarlo”.

Craxi è stato odiato e giustiziato perché da sinistra ha detto, prima della fine del comunismo storico, che comunismo e libertà, comunismo e democrazia sono inconciliabili. La stessa sorte toccò a Filippo Turati. È una storia antica, vecchia. I massimalisti hanno sempre fatto fuori i riformisti, per poi piangere lacrime di coccodrillo e predicare l’unità della Sinistra. È il motivo che fa capire perché oggi la sinistra è alleata e affratellata con il M5S.

Giancristiano Desiderio, 11 gennaio 2020

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