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La fenomenologia alchemica di Salvatore Aranzulla

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Sino a pochi anni fa nessuno avrebbe affidato le chiavi della propria macchina a un tizio che si chiama Salvatore Aranzulla, eppure ormai gli affidiamo la nostra vita digitale: se digiti su Google qualsiasi interrogativo tecnologico – da “non trovo mia nonna nello smartphone” a “mi si è rotto lo schermo” a “come salvare il mio telefonino dall’innalzamento dell’acqua a Venezia” – c’è sempre lui. Salvatore Aranzulla, un nome e cognome quasi lombrosiani, sembra quasi una rivincita dell’uomo qualunque, di uno che a metà anni ‘90 Bossi avrebbe definito un “terun”, la rivincita di uno specialista del web che ad oggi è proprietario di un sito che è tra i primi 30 siti più visitati d’Italia.

Aranzulla è il 118 dei nostri dubbi ai tempi del web. Qualsiasi dubbio abbiamo, dal tablet ai computer, dai telefonini agli smartphone, Aranzulla ha sempre una risposta per tutto. Una sorta di Grande Fratello con la fantasia che neanche Vanzina, Lino Banfi o Alvaro Vitali ci sarebbero arrivati. Perché Aranzulla è una sorta di provalo, altro che oroscopi. Provate con le domande più assurde su Google e ci sarà sempre il sito di Aranzulla. Da come eliminare Carlo Conti dal mio televisore 5k modello turno a come eliminare tutte le fotografie di nostra suocera dall’i-phone a come recuperare la password di Facebook quando Facebook non c’era ancora. Certe volte è come una partita a scacchi: ci si mette a digitare i paradossi più incredibili e c’è il nostro Salvatore Aranzulla.

Provate: qualsiasi domanda tecnologica ci sarà sempre Aranzulla ad aiutarti. Altro che Twitter e Instagram, il vero nostro Salvatore è Aranzulla. Lui c’è sempre come un tempo avevamo Sandokan o Jeep Robot. Altro che oroscopi di Paolo Fox, altro che Barbara D’Urso, altro che Chiara Ferragni: Aranzulla è il vero e unico eroe dei nostri tempi.

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