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La finzione dello Stato salvatore - Seconda parte

Le democrazie liberali, persino una tutta scassata qual è questa italiana, muoiono quando smettono di produrre anticorpi alle illibertà, quando nessuno si oppone e quando si diffonde non solo la rassegnazione ma soprattutto l’idea diabolica che una nazione si risollevi con il Potere giusto e illimitato. La grande difficoltà d’avere oggi in Italia un’alternativa praticabile all’élite populista sta proprio qui: tutti – tutti – si propongono come salvatori della patria capaci di rendere giusto il Potere.

Nessuno è in grado di rappresentare con autorevolezza la cultura politica liberale e dire che l’Italia – le imprese, la classe media, le famiglie in difficoltà, le periferie – non ha bisogno di aumentare il potere dello Stato ma di diminuirlo, a iniziare dal fisco, per lasciare alle forze sociali di venire avanti ed esercitare nelle attività lavorative quella libertà produttiva che ci risolleva. C’è un prezzo da pagare? No. È illusorio, perché equivale a smettere di credere in una finzione che svolge la funzione di alibi: lo Stato ci salva.

Giancristiano Desiderio, 19 aprile 2019

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