Scuola

Liturgia del terrore Covid

La folle richiesta dei pediatri: “Reintrodurre obbligo mascherina a scuola”

La Società italiana di pediatria chiede di intensificare la vaccinazione 5-11 anni e il ritorno della mascherina

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Mentre il Paese reale rischia di venire travolto e demolito dallo tsunami energetico, gli irriducibili del Coronavirus vorrebbero tenerci inchiodati ad un delirio di massa che ha già prodotto fin troppi danni. Ed al fine di tenera alta la guardia per un agente patogeno sempre più irrilevante sul piano ospedaliero, scende in campo Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria. Incurante del fatto che i bambini sani non hanno mai corso rischi significativi contraendo il Sars-Cov-2 – sicuramente assai minori rispetto alla crescita esponenziale degli eventi avversi post-vaccino –  sostiene che “occorre intensificare la campagna vaccinale per la fascia pediatrica e per i bambini in età scolare, perché – precisa – la copertura finora raggiunta con le dosi previste resta molto bassa.”

Inoltre, da brava talebana sanitaria, la Staiano chiede di valutare l’eventualità di reintrodurre l’obbligo delle mascherine a scuola, suggerendo implicitamente a prossimo ministro della Salute la possibilità di eventualmente prevederle anche per i bimbi sotto i 6 anni. Infine, questo ennesimo genio della medicina, in corsa per il Nobel insieme a Pregliasco, Burioni, Ricciardi, Locatelli e compagnia cantante, si augura una robusta “ripresa della campagna vaccinale, in attesa che ci sia al più presto l’approvazione dell’Agenzia europea dei Medicinali anche per i vaccini nella fascia 6 mesi/ 5 anni.”

Si tratta, evidentemente, di un “blando” eccesso di precauzione, visto che il tasso di letalità Covid per questi soggetti è talmente bassa da sfuggire alle percentuali statistiche. Ancora una volta queste richieste abominevoli, sia sul piano educativo che su quello democratico, si basano su un presupposto che la realtà empirica ha ampiamente sconfessato attraverso i numeri, i quali hanno sempre la testaccia dura, di quasi tre anni di pandemia. Ossia che si possa bloccare la diffusione del virus attraverso una continua vaccinazione di massa. Tant’è che secondo la presidente dei pediatri italiani, dopo aver sottolineato “come i bambini rappresentino un serbatoio per il virus e come possano sviluppare l’infezione e trasmetterla, la vaccinazione resta l’arma più sicura per combattere la diffusione del virus.”

Quindi, per ricapitolare, dopo quasi tre anni di follia sanitaria, in cui si è visto, soprattutto confrontando l’esperienza di Paesi che non hanno adottato le nostre stringenti misure, che il virus segue una strada tutta sua, così come è sempre avvenuto con i suoi cugini dell’influenza stagionale, dovremmo perseverare nel vano tentativo di eradicarlo dalla società umana dopo che esso si è oramai stabilmente installato tra gli umani? Dovremmo anche ripartire con la pantomima delle inutili mascherine a scuola, caricando di altri costi il bilancio delle famiglie già in crisi a causa delle bollette?

Ora, io comprendo perfettamente che una emergenza sanitaria molto enfatizzata e stiracchiata oltre ogni misura abbia portato sugli altari molti semisconosciuti professionisti col camice bianco e che quest’ultimi, una volta fiutato l’affare mediatico, continuino a fare carte false – nel vero senso della parola – per restare sulla cresta dell’onda. Tuttavia, dato che tutto ha una fine e che questa fine, così come accennato all’inizio, è resa sempre più necessaria da una emergenza ben più reale e dai risvolti che si prospettano catastrofici, per il nostro bene occorre uscire una volta per tutte da un delirio di massa sempre più autodistruttivo, evitando di impiegare parte delle scarse risorse del Paese in una insensata caccia ai fantasmi virali.

Claudio Romiti, 4 ottobre 2022