Ogni settimana Nicola ha un quesito nuovo, a volte sono semplici curiosità, a volte sono domande esistenziali, a volte critiche storiche o dottrinali sul cattolicesimo. Cammilleri si accende un sigaro e tesse la sua risposta, sempre dotta, sempre chiara, sempre avvincente. Viene spesso interrotto dall’impeto del nipote che, talora vuole saperne di più o, inaspettatamente, passa di palo in frasca; lo zio non si scompone, si lamenta un po’, ma solo per accendersi un altro sigaro ed esaudire pazientemente la nuova richiesta. Nicola indaga senza moralismi sul cristianesimo, ma prima ancora indaga sulla sua vita, desidera sinceramente comprendere che cosa c’entri Cristo con la sua felicità, vuole dunque capire ciò che valga veramente la pena e in questa analisi, nonostante la distanza generazionale, zio e nipote si scoprono identici: “Tutti aneliamo alla felicità, piena, totale e senza fine, cioè senza il timore che prima o poi finisca. Tutti, anche quelli che bestemmiano e odiano i preti. […] Siamo fatti per la felicità. Lo dimostra il nostro medesimo, unanime, rifiuto del dolore. E la nostra, spasmodica in molti, ricerca del piacere.
Ma, come per gli animali, il piacere è momentaneo ed è come la droga: più te ne inietti e più ne hai bisogno, lo stesso godimento scema, così che hai ogni volta necessità di una dose maggiore per ottenere lo stesso effetto. Qualcuno si rende conto che c’è qualcosa di malato in questo, qualcosa di sbagliato. E magari si arrende alla via indicata da Cristo”. In questa ricerca zio e nipote si muovono all’unisono, indotti a questa speranza, paradossalmente, proprio dalle cose “inutili”. Come nota il prof. Keating ne L’attimo fuggente: “Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita!”
“Che cosa sarebbe la vita senza la poesia, la musica, l’arte? Dio stesso ci ha circondati di cose inutili, dalle galassie alle margherite, perché la bellezza è parte importantissima della vita. E una vita di pura utilità è inumana. Tutto questo ci circonda e ci sveglia, ci abbraccia e ci indica da che parte guardare… Chi ci ha promesso questa agognata felicità totale? “Cristo ce l’ha detto e si è fatto ammazzare perché Gli si credesse. Nessun altro ha mai proposto, con la stessa credibilità, analoga speranza”.
Ecco l’unico motivo per il quale il cattolicesimo valga davvero la pena.