Politica

La foto degli orrori europei (+ il compagno Conte)

mercedes auto elletriche - salis, mimmo lucano, rackete

La tragedia di un uomo trabiccolo. La politica italiana è al di sopra dell’opportunismo e al di sotto della vergogna, ma non si era mai visto uno così spregiudicato, e in fondo patetico, nel trasportarsi a destra della sinistra e a sinistra della destra. Conte è il food rider di se stesso, col suo furgoncino va dove lo porta il cuore, “basta che ci sia posto”, come canta Vasco Rossi, e la sua ultima fermata, probabilmente definitiva, è nella Left, l’eurogruppo comunista nel falansterio finanziario di Bruxelles, a prendere ordini da Carola Rackete.

Lui, campione del governo gialloverde, che rivendicava il contenimento dei migranti insieme a Salvini, che rinfacciava le invasioni alla Meloni, “con me la situazione era sotto controllo (come no)”, ridotto a prendere la via da una che coi migranti ci andava a nozze, si fa per dire, rappresentando quelli il suo core business del momento.

Ma che doveva fare? Adesso che lo hanno scaricato tutti, perfino il mentore Travaglio, e si ritrova epitome politica del fallito d’insuccesso? La sua scelta, sia come sia, conferma l’attitudine autoritaria, intollerante, fanatica e irragionevolmente fuori dalla realtà di questo gruppo chiamato, dal comico fondatore, MoVimento (sic). Di movimento, Conte, fin troppo, anche se il capocomico lo disprezza e non lo nasconde; chissà come prenderà la decisione quest’altro campione che prima lo ha inventato, il Conte, nel laboratorio della Casaleggio Profilati, poi lo ha sconfessato, poi si è defilato a modo suo dal MoVimento, “io non ne faccio più parte ma chi sgarra lo butto fuori”, e intanto incamera i 300mila annui come stratega e consigliere, non si sa di che.

Del resto, ce n’eravamo accorti. Conte, il responsabile della prima grande stagione reclusoria. Quello delle conferenze stampa happening, regia di Casalino, dove se un cronista faceva una domanda un altro po’ lo linciavano. Quello dell’arroganza, la sua, dei manager alla Arcuri, dei virologi utilité improvvisamente saliti alla ribalta, dei soliti intellettualini di complemento e di complimenti. Quello che chiudeva tutti dentro salvo ammettere “non sapevo cosa fare, credevo che i cittadini si ribellassero”. Non si sono ribellati.

Conte condivide, a modo suo, la stessa disinvoltura di Mattarella (ne parleremo in un altro articolo) quando lancia l’allarme sugli analfabeti della democrazia. Politicamente niente e il contrario di tutto, per non sparire personalmente si accoda a quest’accozzaglia di estremisti che per giunta, somma umiliazione, lo accolgono “in prova, con riserva per i prossimi sei mesi”. Manco i paleocomunisti redditieri si fidano.

Comunque ritroviamocelo idealmente nella foto da villaggio vacanze tra una Ilaler Salis, la madonnina del manganello, un Mimmo Lucano, il dio dell’effervescenza dissipatoria, e una Carola Rackete, la Vergine delle Foreste, soprattutto sui polpacci. Solo un consiglio: cambiasse look. Perché il solito completino giacchetta e pantaloni, da gagà azzimato che va a Cortina a spese della fidanzata, non è compatibile. Non funziona, non è credibile. Vedi gli altri: Ilaler lagunare, piedi peppi in zeppe insurrezionaliste, Mimmo guevaresco stazzonato, Carola in red e sotto il vestito i peli.

Ha sbagliato il mio amico Vittorio Feltri, e glielo dico con affetto e deferenza: queste, le casalinghe di Catanzaro se le sognano, queste manco all’Askatasuna un altro po’ le fanno entrare. Ma Conte deve adeguarsi, deve dar prova anche stilisticamente. Se davvero vuol superare i sei mesi di prova, si presenti con: maglia, rigorosamente pluriusata e mai lavata, delle Brigate Rosse, tascapane con “l’erba buena”, anfibi con calze di lana corte a luglio, da cui spuntano caviglie rugginose, vittimiste ma rivoluzionarie, catorcio di bici, meglio se rubata, zaino con dentro una chiave inglese, naturalmente solo per aggiustare la catena della bici se cade. I capelli sono ancora troppo corti, il ciuffino col tirabaci tra i comunisti desta sospetto, specie se lavato di shampoo, ma ci sarà tempo per allungarli e poi a fargli le treccioline, se possibile ricche di specie protette, ci pensa la compagna Carola. Fondamentale l’afrore da distanziamento sociale sui 500 metri. Forse, la carica rivoluzionaria per abbattere le destre “sovraniste quindi fasciste”, copyright by Ilaler Salis, è proprio questa: un ritorno alla natura, più da invasioni barbariche che francescano, una commistione naturale con l’ambiente, più che altro con la palude. Lo Stige. Oltre la quale c’è l’oltretomba, che è il destino politico del compagno Giuseppi.

Max Del Papa, 4 luglio 2024

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