La Francia ci prende in giro: finge di scusarsi, poi torna all’attacco

Dopo le forti tensioni di ieri, il governo francese tenta il dietrofront e si scusa con l’esecutivo italiano

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Sono ormai passate 24 ore dalle dichiarazioni del ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, che ha tacciato il governo Meloni di incapacità ed estremismo. La risposta dell’esecutivo italiano è stata immediata: Antonio Tajani ha annullato il suo viaggio a Parigi, per un bilaterale con la collega francese Colonna, fissato da tempo. “Le offese al governo e all’Italia sono inaccettabili”, ha affermato ieri il ministro degli Esteri, nonché numero due di Forza Italia.

Tensioni Italia-Francia

Subito, l’Eliseo ha cercato di smarcarsi dalle parole del proprio ministro. Prima auspicando che l’incontro possa essere “riprogrammato il più presto possibile”, e poi cercando di spegnere il fuoco definitivamente con l’annuncio del portavoce del governo francese, Olivier Véran: “Non c’era nessuna volontà di ostracizzare l’Italia in alcun modo e voglio rassicurare gli italiani che ci guardano”, ha detto Véran ai microfoni di CNews, aggiungendo di non volerne instaurare “una polemica politica”.

Per approfondire:

Una polemica, però, che è iniziata dalla giornata di ieri, quando l’Italia ha deciso di farsi trovare pronta con una risposta immediata alle polemiche francesi. Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida con un secco “la Francia pensasse ai suoi casini”. Ed è ancora oggi Tajani, intervistato da Sky Tg24, a ribadire la ferma posizione di Roma sulla questione: “Hanno compreso di aver commesso un errore grave, di aver offeso il governo italiano. Ma deve essere chiaro che la Francia non la pensa come Darmanin”.

Il dietrofront di Parigi

Una chiarezza, da parte di Parigi, mischiata però all’imbarazzo, come ribadito dallo stesso ministro degli Esteri in un’intervista al Corriere della Sera. “Da parte francese – sottolinea Tajani – si nota comunque sia il dispiacere che l’imbarazzo su quanto accaduto“, affermando anche di aver ricevuto due telefonate dalla sua omologa francese, Catherine Colonna, descritta come “dispiaciuta” e “molto cordiale”. A ciò, si sono aggiunte anche le parole ministro francese responsabile delle Finanze Pubbliche, Gabriel Attal, che in un’intervista a radio Rmc ha specificato quanto la Francia abbia “troppo bisogno dell’Italia e l’Italia abbia troppo bisogno della Francia su tutti i temi, e singolarmente, sulla questione dell’immigrazione”.

Un tentativo di avvicinamento da parte del governo di Parigi che però non basta: “Ci sono atteggiamenti che non possono essere accettati “, ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio, concludendo: “Non posso permettere che la mia nazione venga offesa; mi auguro che si possa concludere presto questa polemica e le parole del portavoce del governo francese vanno nella direzione giusta”. C’è un però: formalmente non è ancora arrivata una lettera di scuse formali. E anzi: il ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune, ha rincarato la dose dando ragione “sul piano politico” al collega Darmanin: “L’estrema destra in Italia, come altrove, fa molte promesse ma risolve poco i problemi”. Quindi due ministri si scusano, due attaccano l’Italia e nel mezzo il portavoce del governo che prova a gettare acqua sul fuoco benché senza cospargersi il capo di cenere. Il governo di Macron è in difficoltà, appare chiaro, ed è alla ricerca di un nemico su cui scaricare le colpe. Ha scelto l’Italia.

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