Ricordate il rapporto di Reporters Sans Frontières sulla libertà di stampa, con l’Italia al 46esimo posto dopo aver perso cinque posizioni? Un fatto inaccettabile secondo i soliti soloni, che hanno colto l’occasione per denigrare e gettare fango sul governo, a prescindere dalle motivazioni di certe – tutt’altro che indipendenti – analisi. Oppure, più recentemente, l’incredibile monito di Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare, ricordando che “ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. Anche in questo caso, goduria dei compagni per il presunto affondo contro la destra, tra “Telemeloni” e altre stupidaggini simili. Ma poi la realtà ci racconta altro, basta andare in Francia per fare i conti con lo zenit della censura di regime.
In Francia, nel Paese di Emmanuel Macron, l’idolo dell’europeismo par excellence, non verrà rinnovata la frequenza sulla TV terrestre – ossia la più seguita – al canale televisivo C8 del gruppo Canal+. Questa la decisione presa dall’Arcom, l’autorità di regolamentazione delle comunicazioni audiovisive e digitali francesi. Al centro delle polemiche soprattutto il programma condotto dallo showman di destra Cyril Hanouna, considerato in linea con il Rn di Le Pen e Bardella. Risultato? Il canale della galassia Bollorè non viene considerato in linea con i parametri della concessione. Discorso diverso per gli altri canali attenzionati, basti pensare a CNews, sfuggito alla “sanzione suprema”.
“Piuttosto che concentrarci sulla mancanza di pluralismo nel servizio pubblico, pagato con le tasse francesi, in Francia preferiamo mettere la museruola ai canali privati”, uno degli attacchi più interessanti, arrivato dal sindaco di Cannes David Lisnard. Un vero e proprio scandalo democratico, che certifica il tentativo – riuscito – del potere e quindi di Macron di distruggere il pluralismo. Un messaggio pericoloso, molto diverso da quella pagliacciata di “Telemeloni” e dagli altri fenomeni creati in maniera strumentale dalla sinistra: di questo passo nessuno impedirà a Macron di trasmettere lo stesso messaggio da tutti i canali tv e radio, trasformando i media in un megafono della sinistra.
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A testimonianza dell’impronta politica di questa decisione, le ultime due sanzioni comminate dal potere in Francia: nel dicembre 2023 multa da 80 mila euro poiché una giornalista ha detto in onda ce “l’immigrazione uccide”, mentre a gennaio un ospite di un programma ha affermato che il contributo umano al cambiamento climatico è una baggianata. Ora le trasmissioni sulla tv terrestre sono finite, un duro colpo per le decine di dipendenti che da quasi vent’anni lavorano per il successo di C8, più di 9 milioni di telespettatori al giorno. Ma difficilmente Macron o chi per lui potrà cantare vittoria: grazie alla rete C8 sarà sempre al fianco dei suoi seguaci e proseguirà le sue battaglie, ree di non rispettare la narrazione dei compagnucci. Un messaggio per chi stila improbabili classifiche sulla libertà di stampa ma anche per il Quirinale.
Franco Lodige, 26 luglio 2024
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