Esteri

La crisi Transalpina

La Francia ha fallito

Emmanuel Macron Francia © Elionas2 tramite Canva.com

C’era una volta la grandeur. E c’era una volta la Francia, laica e repubblicana, punto di riferimento per i dissidenti, gli irregolari, i diseredati di mezzo mondo. A cominciare dagli abitanti colti delle ex colonie che si erano formati a Parigi e che anche quando si opponevano alla Francia reale lo facevano in nome dei valori e del radicalismo francesi. La Francia aveva saputo trasformare le sue ex colonie in zone di influenza, favorendo l’installazione al potere di suoi uomini, continuando nei suoi traffici, ponendosi come una potenza militare, politica, culturale. L’unica dell’Europa continentale.

Quella Francia non esiste più da qualche anno. Per quanti sforzi si siano fatti per tenerla in vita, ora tutte le falle malamente occultate o coperte sembrano allargarsi a dismisura. Prima di tutto in Africa, in particolare in Niger e nel Gabon, ove i governi graditi a Parigi sono stati destituiti in questi giorni con il beneplacito delle popolazioni. Anche in Nord Africa Parigi, che aveva contribuito non poco a destituire Gheddafi in Libia, è oggi in evidente affanno. Ma poi anche a Parigi, ove quel crollo dei partiti che reggevano alternandosi al governo la Quinta Repubblica, i socialisti e i gollisti, ha fatto si che il deep state costruisse a tavolino un’alternativa tecnocratica, quella di Emmanuel Macron, che sembra aver aggravato i problemi esistenti e spezzato del tutto ogni coesione nazionale.

La crisi economica e sociale ha generato fenomeni violenti come i “gilet gialli”, che hanno messo a soqquadro città come Parigi in nome di un ribellismo anarchico e senza costrutto. La pur timida riforma delle pensioni è stata bocciata a furor di popolo placando gli istinti cesaristi di Macron. Quello che poi è andato in crisi è stato il modello di integrazione che, in nome dell’assimilazione, ha creduto di poter superare con un neutro spirito repubblicano le differenze di culture, visioni del mondo, religioni e modi essere e comportarsi in società di una immigrazione che ha popolato fino all’inverosimile le periferie cittadine, le cosiddette banlieu.

Inutile dire che sono crollate pure le velleità francesi di essere, insieme alla Germania (anch’essa in profonda crisi), il motore dell’Unione Europea. Oggi anche gli Stati Uniti guardano per motivi geopolitici più ai Paesi dell’Est, a cominciare dall’atlantissima Polonia, che non a Parigi, che d’altronde aveva cercato sempre una velleitaria autonomia francese in seno alla Nato.

Inutile dire che in questo contesto il nostro Paese, diventato di colpo centrale nell’area mediterranea presidiata un tempo dalla Francia, ha non poche carte da giocare. Siamo senza dubbio uno Stato in crisi ma non uno “Stato fallito” come la Francia. Ed anche politicamente abbiamo saputo integrare le nuove forze politiche emerse e abbiamo salvaguardato la nostra coesione nazionale.

Forse in un elemento oggi la Francia ci dà lezioni: finita l’epoca dell’ intellettuale impegnato della rive gauche, oggi il mondo culturale francese riesce ad esprimere, a destra come a sinistra, intellettuali non convenzionali e profondi. Quasi a dimostrare che la scienza sorge spesso alle falde dei vulcani, come risposta a ciò che ribolle nel profondo delle viscere della terra.

Corrado Ocone, 31 agosto 2023

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