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La Francia in crisi di nervi: cosa nasconde la rabbia anti-italiana

Dopo il tentativo di eliminare le tensioni da parte di Macron, il suo ministro Darmanin è ripartito all’attacco dell’Italia

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Doveva essere il disgelo ufficiale, quello tra Italia e Francia, dopo le dichiarazioni di Emmanuel Macron al Consiglio d’Europa di Reykjavík. E invece siamo ancora alle freddure diplomatiche che hanno caratterizzato le ultime settimane. Prima il ministro dell’Interno Darmanin, che ha liquidato il Bel Paese come “incapace” nel gestire i flussi migratori ed “estremista”. Poi, il ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune (che rappresenta l’ala di estrema sinistra della maggioranza) che ha dato “ragione sul piano politico” al collega francese.

Nuove accuse all’Italia

Ieri, ci ha pensato Macron a cercare di eliminare le tensioni, affermando che Roma non può essere lasciata sola nel gestire l’emergenza immigrazione. “Con Giorgia Meloni collaboreremo”, “spero di poter cooperare con il suo governo”. Questi sono i nuovi auspici del titolare dell’Eliseo, che ha anche confessato di aver salutato il Presidente del Consiglio “in un clima di grande cordialità”. Eppure, c’è chi – all’interno dell’esecutivo di Parigi – sembra non pensarla allo stesso modo. Ed è ancora il ministro Darmanin a girare il coltello nella piaga.

Poche ore fa, infatti, il ministro dell’Interno ha ribadito come da Palazzo Chigi arrivino solo “promesse sconsiderate”. Tutto, ma non parole che si avvicinano a quel clima di distensione che ha cercato di imporre Macron tra i suoi colleghi di governo. “Quando si fanno promesse avventate, quando si è esponenti dell’estrema destra, ci si rende conto che la realtà è più dura”, ha poi continuato nel suo intervento a France Inter il ministro. “Il mio attacco non è contro gli italiani, ma contro le personalità politiche”. C’è anche da dire che l’intervento del presidente francese sottolinea sicuramente una marcia indietro da parte dell’Eliseo, ma non una vera e propria scusa. Un altro comportamento che ha alimentato nuovi dubbi sulle reali intenzioni di Macron, circa una solidale cooperazione sul lato migratorio, oltre a quelli relativi ad una presunta spaccatura all’interno del governo parigino.

“Regolamento di conti interni”

La dure considerazioni arrivano proprio a pochissime ore dall’auspicio del titolare dell’Eliseo per una ripresa dei rapporti amichevoli con l’Italia. E ciò potrebbe spiegare – per i più maliziosi – l’evidente rottura che esiste all’interno delle stanze dei bottoni di Parigi, quando si parla di politica estera e di rapporti diplomatici con Roma. L’ala più a sinistra del governo francese è paradossalmente più restia all’accoglimento dei migranti provenienti dal confine italiano. La presenza di un esecutivo italiano di centrodestra ha reso la situazione più complicata: se prima Parigi poteva comunque contare su un atteggiamento più distensivo, ora Giorgia Meloni è decisa a dare atto ad una proporzionata redistribuzione dei migranti, tanto ventilata ma raramente applicata in sede europea.

L’effetto di questa “anti-italianità” si è visto chiaramente lo scorso novembre quando, per aver ricevuto una sola nave Ong, la Francia è salita sulle barricate contro l’Italia, che nel frattempo si trovava a gestirne altre tre, accanto all’esplosiva situazione di Lampedusa.

Ora, si attende la nuova risposta dell’Eliseo. Meloni ha già definito queste accuse a Palazzo Chigi come un regolamento di conti interno, questioni di politica francese che stanno spaccando Parigi inesorabilmente in due. Dopo il vertice in Islanda, i due presidenti si vedranno anche nel fine settimana al G7 di Hiroshima. E vedremo quale sarà la (nuova) risposta di Macron.

Matteo Milanesi, 17 maggio 2023

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