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La frase choc di Emiliano su Decaro. Perché nessuno grida allo scandalo?

Il governatore della Puglia difende il sindaco di Bari. Ma il suo racconto è pazzesco. Il silenzio dei giustizialisti antimafia

emilaino decaro

Il punto fondamentale sulla questione di Bari è l’audio imbarazzante di Emiliano. Il governatore, che proprio ieri trovava con Antonio Decaro alla manifestazione in suo sostegno, ha raccontato un aneddoto di quando lui era sindaco e a Bari Vecchia puntarono una pistola alla schiena di Decaro che a quel tempo era assessore: “Allora – racconta Emiliano – lo presi e in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido”.

Questa frase è pazzesca. È pazzesca. Ovviamente, in serata Emiliano ha cercato di spiegare che in realtà lui aveva arrestato il boss e ha semplicemente detto alla sorella, incensurata, che la legalità sarebbe ritornata a Bari Vecchia. Io difendo Decaro, come sapete, senza dubbi, ma voglio chiedervi: dove sono finiti quelli della trattativa Stato-mafia che tanto hanno detto e scritto per poi ritrovarsi Mori assolto in tutti i gradi di giudizio? Dove sono finiti i fenomeni del complottismo quando un Presidente di regione difende un sindaco dalle accuse di mafiosità affermando di essere andato a fare una chiacchierata con la sorella di un boss mafioso?

Viviamo in un mondo folle. Hanno sequestrato 10 milioni a Marcello Dell’Utri con un accanimento giudiziario più unico che raro, quando quei 10 milioni erano i soldi che gli aveva dato Berlusconi per coprire le spese legali. Quando però il presidente di una regione racconta di essere andato in vista dalla sorella di un boss, tutto tace. Sapete quanto ho difeso Decaro e sapete quanto penso che sciogliere il Comune per mafia sia assurdo, ma questa è una frase raccapricciante e mi stupisco che non venga nemmeno considerata dai professoroni dell’antimafia.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 24 marzo 2024