Questa impietosa ma assai realistica sintesi ha raccolto la sostanziale adesione di Carmen Lasorella, la quale ha aggiunto che l’Occidente si trova spiazzato di fronte ad una visione che sembra quasi completamente ribaltare i nostri valori di riferimento.
Di altro avviso Riccardo Barenghi, detto Jena, ex direttore del Manifesto ed esponente di un ben noto pacifismo unilaterale. In estrema sintesi, egli ha sostenuto l’esigenza di aumentare la pressione diplomatica attraverso una sorta di consorzio che dovrebbe raccogliere un gran numero di capi di Stato europei, in modo tale da mettere Putin con le spalle al muro. Ma ha poi aggiunto che sarebbe controproducente continuare a rifornire di armi l’Ucraina, innescando a suo dire una spirale di violenza senza fine.
Insomma, di fronte all’agghiacciante prospettiva tratteggiata da Margelletti, magari con qualche esagerazione, ancora una volta riemerge dai meandri più profondi della cultura di sinistra quella magnifica utopia di un pacifismo delle chiacchiere e dei distintivi da contrapporre a qualunque aggressione militare.
Purtroppo, per come si stanno mettendo le cose, a meno di una improbabile, ma non impossibile soluzione tutta interna all’establishment russa, questa volta l’Occidente dovrà inventarsi qualcosa di più concreto onde bloccare la drammatica escalation in atto.
Claudio Romiti 8 marzo 2022