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La furia di Mancini: “Ecco la verità: perché mi sono dimesso”

Roberto mancini si è dimesso

È un Roberto Mancini nervoso, quello che racconta le motivazioni delle sue improvvise dimissioni dalla Nazionale italiana di calcio. “Non ho fatto niente per essere massacrato così – dice a Repubblica – Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta”.

L’ex ct dell’Italia, adesso in odore di andare in Arabia, ribadisce di essersi “assunto tutta la responsabilità della decisione”. “Non mi sono nascosto – spiega – Avevo parlato con il presidente Gravina e cercato di spiegargli le mie ragioni. Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato”. Già, ma per quale motivo?: “Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso”. E perché farlo proprio il 14 agosto? “Dovevo farlo prima? Può darsi. Ma io ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni”.

Tutto ruota attorno allo staff, cambiato dalla Federazione qualche settimana fa con tanto di assegnazione a Mancini del ruolo di coordinatore di tutte le nazionali. “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? – attacca Mancini – Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff”. Il Ct non ci sta. La rottura con la Figc è evidente. “È da un po’ di tempo che Gravina pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo”.

Mancini assicura che non è stato un fulmine a ciel sereno. Anzi. Sostiene che se Gravina avesse davvero voluto, avrebbe potuto trattenerlo. “Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato – spiega l’ex Ct –  La verità è che non ha voluto che restassi, e che erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto”. In mezzo ci sono questioni contrattuali, come l’eliminazione della clausola di esonero in caso di mancata qualificazione agli europei. E anche una rivelazione sui giorni successivi alla drammatica eliminazione dai mondiali in Qatar: “Io me ne sarei anche andato, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono stati cinque anni incredibili, l’Europeo sarà il mio ricordo più bello”.