L’ira dello Zar, nel giorno delle fallite trattative tra Sergej Lavrov e il suo omologo agli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Dopo l’incontro, promosso dalla Turchia, il presidente russo ripete che sull’intervento militare “non avevamo scelta” e lancia il suo attacco contro l’Occidente, accusato di aver “scatenato una guerra economica” contro Mosca e di usare la Russia per “nascondere l’inflazione” ai suoi cittadini.
Le trattative non avanzano
Dall’inizio dell’invasione in Ucraina, Putin si è concesso alle telecamere con parsimonia. Prima il video in cui riscriveva la storia dell’Ucraina inventata da Lenin. Poi il messaggio alla Nazione con cui annunciava il via all’operazione speciale militare. Infine l’apparizione con cui chiedeva ai soldati ucraini di ribellarsi contro il governo di “nazisti e drogati” guidato da Volodimyr Zelensky. Per il resto dichiarazioni trapelate sulle agenzie di stampa. Come oggi: durante una riunione con i ministri russi, che stanno cercando di reagire alle sanzioni economiche imposte dall’Occidente, Putin ha deciso di andare all’attacco frontale dell’Occidente. Ha parlato di “sanzioni illegittime”, di una “guerra economica al nostro Paese” e ha accusato gli Usa “ingannare” la popolazione addossando alla Russia le colpe dell’inflazione energetica americana.
La guerra dell’energia
Nelle scorse ore infatti il presidente Biden ha annunciato il blocco alle importazioni di petrolio e gas dalla Russia. Mossa con grande impatto d’immagine, ma dagli effetti sul fabbisogno americano ridotti (solo il 3% viene dalla Russia). Per Putin la mossa della Casa Bianca serve per sviare l’attenzione sull’aumento dei prezzi dell’energia. “La Russia sta mantenendo tutti gli impegni presi in termini di approvvigionamento energetico – ha detto lo Zar – Non siamo responsabili dell’aumento dei prezzi”. Anche il gas che viene trasportato nei metanodotti che attraversano l’Ucraina non è stato bloccato. “Le forniture di petrolio russo al mercato statunitense non superano il 3 per cento, si tratta di una quantità trascurabile ed i loro prezzi stanno crescendo – ha detto Putin – Si nascondono dietro queste decisioni per ingannare ancora una volta la propria popolazione”. Non a caso, oggi Biden aveva analizzato il boom dell’inflazione americana (+7,9%, ai massimi da 40 anni) affermando che “le famiglie americane iniziano a sentire l’effetto dell’aumento dei prezzi causato da Putin“.
L’arma del gas e dei fertilizzanti
Il presidente russo sa di avere il coltello del gas dalla parte del manico. Germania e Italia sono in affanno, con bollette a livelli astronomici e difficoltà a “sostituire” gli approvvigionamenti russi. “Per quando riguarda quei Paesi che stanno facendo passi non amichevoli nei confronti del nostro Paese e della nostra economia – ha detto lo Zar – vediamo che stanno chiedendo ai loro cittadini di stringere la cinghia e vestirsi in modo più pesante“. Nei giorni scorsi Putin aveva inserito gli Stati Ue, tra cui l’Italia, nella lista di Paesi ostili proprio a causa delle sanzioni. Nella speranza di riportare a più miti consigli gli occidentali, il leader del Cremlino intende far leva anche su un’altra arma, simile a quella del gas. “La Russia e la Bielorussia – ha sottolineato – sono tra i più grandi fornitori di fertilizzanti minerali nei mercati mondiali. Se continuano a creare problemi con i finanziamenti, le assicurazioni, la logistica, la consegna dei nostri prodotti, allora i prezzi, che sono già esorbitanti, cresceranno ancora”.
Le contro-sanzioni alle aziende occidentali
La prossima mossa sarà quella di prendere “misure” apposite contro quelle aziende occidentali che stanno “chiudendo le proprie operazioni nella Federazione russa”. In queste ore si era parlato di una nazionalizzazione. “Bisogna agire con decisione contro le aziende straniere che stanno per chiudere i loro impianti di produzione – ha detto Putin – e in nessun caso bisogna permettere che i fornitori locali russi subiscano danni”. In tutta risposta, Kamala Harris, vicepresidente Usa, ha chiesto che Mosca venga processata per “crimini di guerra“. Mentre la Gran Bretagna ha congelato le ricchezze di diversi oligarchi, tra cui l’ex patron del Chelsea, Roman Abramovich.