Politica

La Gen Z ringrazia Draghi per il green pass

draghi green pass-1 © pixedeli e Przemek Klos tramite Canva.com

“La miglior amica dell’Europa e la Generazione Z”, questo il titolo di un articolo di Ilvo Diamanti, pubblicato su Repubblica, in cui il sociologo espone un complesso sondaggio realizzato da Demos per l’Università di Urbino. Un sondaggio che, a leggere il resoconto dello studioso, a noi comuni mortali appare piuttosto arduo da decrittare, quasi al livello della famosa Stele di Rosetta.

Tant’è che già nel sommario si legge una conclusione che tende a trarre in inganno il lettore: “Il 60% dei ragazzi fino ai 30 anni crede nella Ue. Draghi più amato di von der Leyen.” Ciò porterebbe a pensare che i giovani della Generazione Z, ovvero coloro i quali hanno goduto dell’accesso ad internet sin dall’infanzia, siano schierati come una falange a sostegno dell’ex presidente praticamente di tutto, o quasi. Tuttavia, analizzando i “geroglifici” sotto forma di grafici e tabelle, posti a corredo dell’articolo, si scopre che il gradimento di Draghi non è stato comparato con una fascia ampia di personaggi pubblici, bensì solo in relazione con quello della presidente uscente della Commissione europea, la cui popolarità appare in costante calo in buona parte della stessa Ue.

Quindi, anche in questo caso viene adottato per la nostra illustre riserva della Repubblica il metodo in uso in una famosa pubblicità del gioco del Lotto, che si concludeva con una frase che ci ha tormentato per anni: “Ti piace vincere facile!?” Sta di fatto che nel complesso il favore di Draghi raggiungerebbe il 59%, contro il 37% ottenuto da Ursula von der Leyen. Ma poi, scorporando il gradimento in base alle intenzioni di voto, assistiamo ad una sorta di moltiplicazione dei consensi, dal momento che solo i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle appoggiano il nostro con la stessa percentuale del 59%, mentre il resto delle forze politiche registrano una simpatia draghiana che va dal 68 all’89%, realizzando un altro formidabile mistero della sua fede tecnocratica che sembra in grado di sconvolgere le più elementari regole della matematica.

Sta di fatto che la presunta adorazione dei giovani per il SuperMario nazionale, che li costrinse a subire l’obbrobrio di un obbligo vaccinale surrettizio, attraverso il ricatto imposto dal suo abominevole green pass, è ben lungi dall’essere comprovata nei numeri, sebbene il partito trasversale, di cui fa parte a pieno titolo il quotidiano diretto dall’amico Maurizio Molinari, che lo sostiene farebbe carte false per farlo eleggere al vertice della Commissione europea. Lo dimostra in modo subliminale Diamanti alla fine del suo articolo, nel quale ritiene fermamente che “occorre rivolgersi alle prossime elezioni europee con attenzione. Consapevoli che, senza l’Europa, il futuro diventa difficile e complicato. Per noi. Ne sono consapevoli soprattutto i più giovani, come conferma il sondaggio di Demos. E i giovani sono il futuro”.

E sì, egregio professore, tutto questo era altrettanto importante sottolinearlo anche e soprattutto quando gli stessi giovani venivano chiusi in casa, costretti alla didattica a distanza, obbligati ai tamponi e alle assurde quarantene e costretti a subire un vaccino che, come i numeri continuano a dimostrare, per loro era di gran lunga più rischioso del Covid-19, malattia assolutamente banale per le persone immunocompetenti. Così come risulta doveroso ricordare che buona parte di tutto ciò è avvenuto sotto l’illuminata direzione del nostro grande Mario Draghi.

Claudio Romiti, 20 maggio 2024

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