Come far fronte alla mobilità ed al traffico della Capitale? Con più smart working per i dipendenti pubblici. Siamo solo all’ultima delle infinite assurdità che riguardano (e che hanno riguardato) il settore della pubblica amministrazione. E questa volta a proporlo è direttamente l’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale, Ornella Segnalini, a margine del ‘Festival della Diplomazia, II Italian Water Dialogue: Blue economy and Hydrodiplomacy‘, in corso a Palazzo Valentini.
Più smart working
“Ai cittadini possiamo dire che stiamo pensando di adottare differenti misure che non siano soltanto fare i cantieri di notte, come nel caso di quelli stradali, non soltanto chiedere ai gestori delle reti di sotto servizi di lavorare di notte”, ha affermato Segnalini, che poi ha specificato di voler potenziare altre strutture, come per esempio “l’utilizzo di sistemi intelligenti anche per governare le varie zone dove si creano code”. Tra questi, appunto, “pensare a sistemi di ricorso a smart working più ampliato”.
La ragione starebbe alla base di un minore afflusso di auto tra le strade della Capitale, un’idea fondata sul fatto che solo i dipendenti del Comune sono circa 24mila, affiancati da 80mila persone, se prendiamo in considerazione tutti i lavoratori all’interno dell’amministrazione pubblica. Insomma, la soluzione non sarebbe quella di un potenziamento della mobilità o della metropolitana, piuttosto diventa più immediata quella di segregare in casa i propri dipendenti (sempre nella speranza che l’attività lavorativa sia svolta regolarmente. Gli esempi dell’epoca Covid sono ancora dietro l’angolo).
Per approfondire:
- Smart working, cosa (non) cambia davvero
- Covid e smart working: ecco cosa cambia
- Green pass, l’assurdo obbligo in smart working
Roma bloccata
Nel frattempo, si affianca un nuovo cantiere a cielo aperto: quello della Metro C, che ha portato alla parziale chiusura di Piazza Venezia. Lavori che, sempre da parte dell’assessore Segnalini, sono considerati “super necessari”. E ancora: “Se non vogliamo il traffico dobbiamo realizzare sistemi di trasporto in sotterraneo” (e buongiorno, verrebbe da dire ai cittadini romani).
L’ipotesi dell’ampliamento dello smart working, comunque, non è ancora definitiva. Eppure, pare che il contagio del lavoro a distanza sia iniziato a circolare in tutta la Penisola. Poche ore dopo il lancio della proposta, è a Cagliari che si è iniziato a discutere seriamente dell’opzione, cercando di “togliere migliaia di auto dalle strade”. Il tutto secondo la formula del “a mali estremi, estremi rimedi”. Insomma, quella che doveva essere una misura temporanea – da utilizzare solo nei momenti eccezionali – è diventata la regolarità pure in assenza di emergenza. Le assurdità dello Stato italiano non sembrano mai finire.