Esteri

La Germania taglia i fondi a Zelensky

Olaf Scholz potrà fornire all’Ucraina solo aiuti militari già approvati. Il ministro delle Finanze Lindner ha informato il Ministero della Difesa

scholz zelensky © Racide tramite Canva.com

La Germania ha recentemente annunciato una decisione che rappresenta una svolta rilevante nella sua politica di aiuti all’Ucraina, in un momento particolarmente critico del conflitto con la Russia. Berlino, secondo la Faz, ha infatti deciso di interrompere qualsiasi nuovo flusso di aiuti finanziari a Kiev, ad eccezione di quelli militari già concordati. Questa mossa, che arriva inaspettatamente, pone diverse questioni riguardo alle immediate conseguenze sul fronte militare e finanziario per l’Ucraina, ma anche sulle implicazioni politiche e diplomatiche che ne derivano.

Guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e dalla sua coalizione “semaforo“, il governo tedesco ha preso questa decisione che ha sollevato un vivace dibattito, vista la posizione della Germania come uno dei principali sostenitori dell’Ucraina nella sua battaglia contro l’aggressione russa. Con tale misura, l’accesso dell’Ucraina a nuove risorse finanziarie viene limitato, con fondi già stanziati per l’anno corrente che si aggirano attorno agli otto miliardi di euro e un massimo di quattro miliardi per il prossimo anno.

Nonostante la restrizione imposta dalla Germania, è previsto che l’Ucraina possa continuare a beneficiare di supporto finanziario attraverso altre vie, come i fondi derivanti dal congelamento dei beni russi all’estero e un prestito di 50 miliardi di dollari messo a disposizione dai paesi del G7.

Diversi fattori hanno contribuito a questa decisione, che rispecchia le complesse sfide che la Germania deve affrontare sia a livello interno sia internazionale. Dal punto di vista economico, il paese si trova ad affrontare difficoltà aggravate dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalla crisi energetica ad essa connessa. Dal punto di vista politico, questo gesto sembra voler rispondere alle pressioni dell’opinione pubblica interna, che ha visto un aumento di popolarità di posizioni pro-Russia e contrarie al finanziamento dell’Ucraina.

Un altro elemento che ha influito sulla decisione tedesca è il coinvolgimento presunto di un comando ucraino nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Questo ha sicuramente contribuito a deteriorare ulteriormente le relazioni tra Berlino e Kiev, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza energetica europea.