Rassegna Stampa del Cameo

La grande sconfitta è l’élite

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In Umbria ha vinto il centrodestra, non ci piove, ma per un analista scevro da ideologie la domanda da porsi è un’altra: “In prospettiva Paese, chi ha perso?”. Ormai è incontrovertibile, ha perso la Classe Dominante (la Ruling Class nell’accezione di Angelo Codevilla). È una sconfitta sanguinosa per lor signori, perché prima di tutto è una sconfitta culturale. Eppure i segnali deboli c’erano tutti, e c’erano ormai da molti anni. Il modello economico, politico, culturale (mi sono permesso di chiamarlo Ceo capitalism, essendo quello che vorrebbe trasformare donne e uomini liberi in consumatori zombie, e dove al vertice della catena di potere ci sono algoritmi prodotti e gestiti dai sociopatici di Silicon Valley e dai nazicomunisti di Xi Jinping) ha perso. Certamente ha perso la sua spinta propulsiva: non c’è futuro per un’umanità china su un iPhone per cercare app idiote. E allora mettetevi al lavoro, non per liquidare il modello (il capitalismo resta il modello più adatto per quest’epoca di mezzo) ma per superarlo. Il Ceo capitalism è nato vecchio, e ora sa di muffa.

Eppure, Matteo Salvini, in un delirio di onnipotenza estivo, aveva servito ai vertici operativi della Classe Dominante la soluzione su un piatto d’oro zecchino. La sua scelta di rompere l’alleanza gialloverde era assolutamente corretta, per la manifesta ignoranza nel governare dei leader cinquestelle, ma la modalità di comunicarla agli italiani era stata scellerata. Era subito apparsa una furbata, come fosse un prodotto scaduto della sua cosiddetta “Bestia”.

Ma la Classe Dominante non ha saputo cogliere al volo il buono di questa decisione di Salvini: andare alle elezioni. Il momento era soprattutto favorevole per i loro amici del Pd di Nicola Zingaretti che, in un colpo solo, si poteva liberare sia di Matteo Renzi sia dei cinquestelle, entrambi a costo zero. Salvini avrebbe, in parte, pagato nelle urne la sua mossa agostana. Invece hanno preferito trasformare Salvini in un ubriacone da spiaggia (una volgarità politica inaccettabile, queste si pagano), puntare su un personaggio squalificato dall’essere stato Premier del governo gialloverde, un trasformista imbarazzante, dal curriculum politico inesistente e pure oscuro. Inoltre hanno dato spazio a figure museali politicamente impresentabili, come Beppe Grillo e Roberto Fico. Inoltre hanno dimostrato di non conoscere l’intelligenza politica dei cittadini, che non avrebbero mai dato “pieni poteri” a Salvini (la dimostrazione è proprio l’Umbria  dove, malgrado una campagna elettorale molto dispendiosa in termini di energie, un porta a porta implacabile, Salvini ha confermato il 38% delle europee, mentre è cresciuta, a mò di contrappeso, Giorgia Meloni, e Silvio Berlusconi è sopravvissuto.

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