E ancora: “Io sono nato nell’oratorio, sono stato nell’Azione cattolica e ho militato nella Democrazia Cristiana. Negli ultima 30 anni sono uscito dalla politica moderata, quando la Dc si è dissolta, e ho iniziato l’attività di assistenza agli amministratori e ai funzionari comunali”.
Insomma, nulla a che vedere con fascismo, saluti romani e fondi neri. Ancor più dura la reazione della leader di FdI, Giorgia Meloni che, sui suoi canali social, ha parlato di delirio della Gruber e postato il video col passaggio incriminato scrivendo: “Ma questa vergogna senza pari si può chiamare giornalismo?”.
E in serata è arrivata la conferma della querela del candidato sindaco nei confronti della Gruber. “Il dovere dei giornalisti – ha scritto lo stesso Michetti sui suoi profili social – dovrebbe essere quello di fare un’informazione corretta e parlare dopo essersi documentati. Non è accaduto ieri sera durante la puntata di Otto e mezzo su La 7. Non conosco la signora Gruber ma lei evidentemente non conosce me perché ha detto cose infondate. Tutti conoscono la mia storia e sanno bene che quello che è stato detto è falso ed è l’ennesimo tentativo di infangarmi e denigrarmi. Le sue parole, scorrette e superficiali, sono imperdonabili. E annuncio di aver dato mandato ai miei legali di sporgere querela nei confronti della signora Lilli Gruber e La7. Non intendo essere diffamato oltre”.
Inchieste a orologeria, colpi bassi e tante bugie. La solita ricetta della sinistra che prima delle elezioni si trasforma in una vera e propria macchina infernale. Calenda ci pensi bene perché come, ha detto lui stesso durante la puntata, questi hanno tutta l’aria di essere “parenti serpenti”.