Dio abbia in gloria le donne che si oppongono al femministicamente corretto. Dopo la bocciatura da parte della Crusca, per voce della prof Cecilia Robustelli, ora anche Michelle Hunziker distrugge le follie buoniste delle varie “Murgie d’Italia” sulla schwa. Nella risposta alla lettere di un lettore su Oggi, la showgirl svizzera ha seppellito l’idea di imporre la “e rovesciata” nell’italiano scritto per riferirsi al genere “neutro” ed evitare così il presunto maschilismo della lingua di Dante.
Hunziker contro la schwa
“Personalmente, quando mi è capitato di leggere dei testi in cui la schwa veniva usata diffusamente (non solo, per esempio, in apertura o chiusura di discorso) ho sempre fatto una gran confusione”, scrive Michelle. Per carità, il sessismo nella lingua sarà anche necessario combatterlo, ma la conduttrice fa notare due aspetti: 1. “Sono convinta che non sia la grammatica l’ambito in cui si combattono questioni come la parità e l’inclusione”. 2. “Credo che la funzione sia sempre più importante del sesso di chi la esercita”.
“Arroganza dei suoi sostenitori”
La showgirl spiega meglio il suo ragionamento così: “Ho cercato di documentarmi e ho trovato in Rete l’intervento della professoressa Cecilia Robustelli, ordinaria di Linguistica italiana presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che da anni lavora con l’Accademia della Crusca. Sono rimasta colpita dalla chiarezza del ragionamento e, al di là del fatto che non lo condivido in tutti i suoi aspetti, alcuni concetti mi sembrano inoppugnabili: innanzitutto, la distinzione tra il genere grammaticale e il genere socio-culturale; poi, il fatto che un sistema linguistico ha come scopo la comunicazione e dunque introdurre delle modifiche che la rendono difficoltosa – sia pure con le migliori intenzioni – fa sì che il sistema si inceppi; infine, il fatto che senza dubbio la lingua è un organismo vivo, ma i cambiamenti non possono essere altrettanto rapidi”. Insomma: Michelle pensa che “la schwa non rappresenti la soluzione dei problemi, e soprattutto che la prepotenza e l’arroganza di tanti suoi sostenitori rappresentino al contrario un problema in più del quale non sentivamo la mancanza”. Dieci minuti di applausi.