Qualche giorno addietro aveva letteralmente piantato le tende in piazza Leonardo Da Vinci per protestare contro il caro affitti che colpisce gli studenti nelle grandi città italiane. Adesso, smontate le tende della protesta, e dopo aver trascorso qualche giorno ad Alzano Lombardo, il comune della bergamasca da cui proviene, Ilaria Lamera ha fatto rientro nella sua casa milanese. Sì, avete capito bene. Nella sua casa milanese. Perché la studentessa 23enne del Politecnico di Milano, al contrario di quanto si possa pensare, ha casa a Milano, come da lei stessa ammesso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “La casa l’ho presa ad inizio aprile, prima della protesta. È la mia prima casa a Milano e sono già molto fortunata a potermela permettere”.
La storia di Ilaria
Ilaria Lamera, è dunque confermato, ha una casa a Milano, nonostante provenga da una città (Alzano Lombardo) che dista poco più di 50 km dal capoluogo lombardo, e può permettersi di pagare 700 euro al mese di affitto, spese escluse. Ciò detto, un dubbio sorge quasi spontaneo: perché protesta? Perché a suo dire “non è giusto” dover sostenere una simile spesa per una stanza, perchè “è sbagliato il principio”. La leader dei campeggiatori, però, non protesta per sé, dal momento in cui lei una casa la ha e non ha nessun problema a pagare l’affitto, bensì per gli altri: “Ci ho messo la faccia perché sono così di carattere: se credo in una battaglia, la faccio”. Insomma, Ilaria Lamera si batte per gli altri, per il prossimo, per chi vive situazioni di difficoltà. La sua protesta è dettata esclusivamente dalla volontà di essere solidali con chi invece, a differenza sua, una casa a Milano non può permettersela, e, soprattutto, è bene specificarlo, è apartitica, non essendo lei interessata né alla sinistra, né tantomeno alla destra. La studentessa è mossa, dunque, solo da nobili intenti, non va in cerca di visibilità e non è minimamente interessata alla politica. Tutto incredibilmente meraviglioso. Tutto romanticamente fiabesco.
Per approfondire
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Le tende e il caso Milano
Ora, animati da buona fede, potremmo anche decidere di credere al mondo incantato di Ilaria. Alla spontaneità della sua protesta, e alla sua reale volontà di aiutare gli altri. E, compiendo uno sforzo ancor più importante, persino alla sua apartiticità. In tal caso, però, bisognerebbe tempestivamente avvisare la paladina dei campeggiatori del fatto che, in maniera del tutto inconsapevole, ça va sans dire, è involontariamente divenuta la nuova figurina esibita dalla sinistra per gettare discredito sull’operato del governo di centrodestra. Come se il problema del caro affitti nelle grandi città italiane si fosse d’improvviso manifestato dopo il 25 settembre. Come se la sinistra, nei tanti anni di governo che hanno preceduto l’esecutivo Meloni, avesse assunto chissà quali sensazionali provvedimenti per far fronte al caro affitti e per dare una mano agli studenti.
La protesta cavalcata dalla sinistra
Insomma, laddove la nostra Ilaria, dato il suo totale disinteresse verso la politica, non avesse l’acume di rendersene conto da sé, bisognerebbe informarla del fatto che, quella sinistra che lei disconosce, verso la quale dice di non provare alcuna simpatia, da giorni sta politicizzando lei e la sua protesta per fini che nulla hanno a che vedere con la volontà di tendere la mano agli studenti fuorisede. Qualcuno dovrebbe pertanto assumersi l’ingrato compito di suonarle la sveglia e comunicarle che la sua è diventata a tutti gli effetti una protesta politica. E, perché no, quel qualcuno, potrebbe altresì cogliere l’occasione per farle notare che pagare 700 euro mensili (spese escluse) d’affitto, quando si ha la fortuna di vivere a soli 50 km da Milano, è un solenne schiaffo a tutti quegli studenti che (loro sì) non possono permettersi un affitto. Altro che solidarietà.
Salvatore Di Bartolo, 14 maggio 2023