La legge Mancino, di cui si è parlato nelle ultime ore, è una legge allucinante. Si confonde troppo spesso, non solo in Italia, il titolo di una norma con il suo contenuto. Un decreto si chiama dignità, e si pensa che solo per questo motivo restituirà dignità al lavoro per tutti. Come ben sappiamo quel decreto, al contrario, presto ridurrà le occasioni del lavoro.
Stesso ragionamento per la legge Mancino, che, come si usava un tempo, ha in ditta il nome del suo proponente e non già il suo obiettivo. Che è: combattere forme di odio razziale, xenofobia e robetta del genere. Più che inutile è una legge dannosa.
Ce lo spiega bene Robert Spencer, di cui già parlammo in questa biblioteca, e il suo libro Free Speech, temiamo ancora non tradotto da queste parti. Scrive il Nostro: “La libertà di parola contiene esattamente la libertà di disturbare, di ridicolizzare e di offendere. Se così non fosse, la dottrina del free speech sarebbe lettera morta. Dopo tutto, le parole, i discorsi inoffensivi non hanno alcun bisogno di protezione per di più con un emendamento costituzionale”.
La cosa sembra banale, ma non lo è. E Spencer ricorda centinaia di casi, dalle vignette danesi alle denunce dei vicini di casa, in cui per il solo fatto che ad essere toccato fosse un nervo islamico, l’occidente, l’America, e le nazioni unite, si sono fermate. D’altronde, come scrive l’Oic (la rispettata Organizzazione per la cooperazione islamica che riunisce 56 nazioni) “il mondo islamico considera le vignette satiriche come una versione differente dell’attacco del 11 settembre”. Come dire: insultare il profeta è per la nostra cultura un delitto simile a quello che voi occidentali attribuite al perpetrare una strage.
Spencer scrive poi come “la sinistra internazionale” ha le sue buone ragioni per condividere queste posizioni: non ha mai amato e tollerato il dissenso. O almeno dopo gli anni 60, la sua involuzione è stata autoritaria, è diventata allergica al dissenso. Fu grazie alla legge Mancino che Oriana Fallaci subì attacchi giudiziari per i suoi libri e per le sue posizioni sull’Islam.
Insomma per un liberale il primo emendamento americano e se volete il nostro articolo 21 della costituzione sono beni delicati, da tenere in considerazione. E da tutelare.
Utilizzare la Legge Mancino per arrestare chi non la pensa come te, chi ha posizioni politicamente idiote e odiose, nel breve periodo può sembrare una rispota ragionevole all’irragionevolezza degli odiatori, o degli haters in rete, me alla lunga è il primo gradino verso l’inferno del pensiero unico e corretto.
Nicola Porro, Il Giornale 5 agosto 2018