Politica

La leghista Sardone minacciata da stranieri: dove sono le femministe?

Le minacce all’eurodeputata leghista, Silvia Sardone, per aver espresso la contrarietà al velo islamico: “Ti decapitiamo”

silvia sardone minacce

Tutto nasce dalle posizioni contro il velo islamico, da tempo definito un simbolo di sottomissione delle donne, piuttosto che uno di libertà. È questa la linea dell’eurodeputata leghista, Silvia Sardone, che le ha portato numerose minacce di morte (riguardanti anche la sua famiglia) direttamente sui suoi canali social. Tra i primi, c’è stato anche il rapper Baby Gang (seguitissimo sul web, tanto da contare quasi 2 milioni di follower solo su Instagram) già noto agli organi di giustizia e che poco tempo fa aveva minacciato anche contro il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Come diffuso sui canali social della Sardone, a scagliarsi contro l’eurodeputata sono stati giovani di origine straniera, con commenti choc quali: “Giuro che ti decapitiamo”, “Ti aspettiamo sotto casa tua”, “Molestiamo tuo figlio”, “Devi bruciare”. Vere e proprie minacce che, però, non sembrano aver interessato il mondo politico e non sembrano aver mosso neanche un dito dei paladini del femminismo.

Forse tutti impegnati ad indignarsi sul caso creato intorno a Filippo Facci, ora ufficialmente messo da parte dai vertici di Viale Mazzini, oppure tutti sotto choc per i commenti del telecronista dei mondiali di nuoto in Giappone, Lorenzo Leonarduzzi, accusato ormai da giorni di essere “sessista” e “razzista”. Questa volta, però, nei confronti di una donna di destra, tra gli esponenti più importanti del panorama leghista, il silenzio che è calato rimane a dir poco assordante. Il tutto per aver espresso un legittimo pensiero relativamente al velo islamico, al pericolo di islamizzazione in Europea ed al secco no alle moschee abusive.

Per approfondire:

“Ovviamente non mi faccio intimorire da queste minacce, ci sono ormai abituata e negli anni ne ho denunciate tante agli organi competenti: da tempo ne ricevo per i miei interventi sull’islamizzazione dell’Europa, sulle moschee abusive, sul velo, sulle donne sottomesse per motivi religiosi”, ha chiarito in una nota Silvia Sardone, che poi ha voluto precisare: “Non sono comunque metodi che possono mettermi paura: continuerò a dire chiaramente che il velo islamico non è simbolo di libertà ma di sottomissione, che le moschee abusive vanno chiuse, che l’islamizzazione in Europa è un pericolo, che anche nelle nostre periferie si stanno creando ghetti che, in prospettiva, possono diventare simili ad alcune aree di Francia e Belgio”.

Rimane, comunque, il solito doppiopesismo politico di una certa area progressista: le minacce e le discriminazioni possono essere tali solo se sono dirette verso i propri esponenti. Per il resto, i tanto conclamati diritti possono andare a farsi benedire. E questa ne è l’ennesima dimostrazione.

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