Il decreto del governo Meloni, che limita le tariffe aeree dei voli da e verso Sicilia e Sardegna, non ha riscosso l’approvazione da parte di Ryanair. E Eddie Wilson, amministratore delegato della compagnia aerea irlandese ci tiene ha farlo sapere definendo il provvedimento “ridicolo”. L’irritazione di Ryanair nasce dalla percezione di un’interferenza con il libero mercato, che, a detta di Wilson, sarebbe in palese contrasto con il regolamento 1008 dell’Unione Europea.
“L’Ue spazzerà via le norme italiane”
Nel decreto Omnibus approvato due giorni fa, il governo ha decretato il divieto della fissazione dinamica delle tariffe sulle rotte nazionali di collegamento delle isole, in caso di picco della domanda (in estate o per emergenze nazionali). Il prezzo non potrà essere più alto del 200% rispetto alla tariffa media del volo. Questo, per la compagnia aerea, equivale ad un invito a ridurre le proprie rotte a discapito di un’usuale espansione. Wilson sostiene che la conseguenza di tale mossa sarà l’aumento medio dei prezzi delle tariffe aeree, anziché la loro diminuzione, rischiando dunque di essere un autogol per il governo. “L’Europa spazzerà via le norme italiane – dice in un’intervista a Repubblica – colpevoli di interferire con il mercato”. Non solo. “Se il decreto restasse così, invece di aprire una nuova rotta da una qualsiasi città italiana a Catania, voleremo di più verso la Spagna”, ha detto Wilson, suggerendo che l’effetto del decreto potrebbe essere un aumento dei voli verso destinazioni estere a discapito delle rotte italiane.
Ryanair attacca: “L’Italia come l’Unione Sovietica”
Secondo Wilson, la compagnia Ryanair ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e industriale di regioni italiane spesso dimenticate, garantendo loro connettività e benessere. Eppure, il decreto del governo Meloni rischia, per la compagnia, di mettere a rischio questo schema virtuoso. Inoltre, Wilson sostiene con orgoglio che Ryanair sia stata unica ad evacuare i cittadini ucraini da aeroporti secondari, chiedendo solo 10 o 20 euro, oltre ad aver salvato migliaia di persone da Rodi durante i recenti incendi. “Volare su Trapani a novembre, come fanno svariate persone, costa pochissimo. D’estate, quando tutti vogliono andare in Sicilia, costerà di più. Questo è il libero mercato”. Regolamentare i prezzi, invece, è altro. “Sa, invece, chi ha provato a fissare i prezzi al posto del mercato? L’Unione sovietica nel 1917. E la cosa non ha funzionato. Anche alla Scuola di Harry Potter hanno capito che bisogna aumentare l’offerta di un prodotto perché i prezzi diminuiscano”.