L’unica sicurezza che era suo compito fornire non era quella impossibile della invulnerabilità umana, che per sua natura è vulnerabilissima, umanissima, mortale, bensì quella più modesta del servizio sanitario che, invece, fa acqua da tutte le parti. Non per colpa dei tagli di ieri, ma per evidente responsabilità delle scelte sbagliate di oggi.
E su questo fallimento, che viene fatto passare senza pudore, ma confidando il più delle volte su un giornalismo da scendiletto, si delira persino di “modello italiano” e ora il ministro della Salute nel bel mezzo del disastro esce con un libro e ci viene a fare la lezioncina di vita e di buon governo sanitario. Le lezioni, diceva Pavese, non si danno, si prendono. Il ministro cerchi di avere un po’ più di pudore e apprenda la lezione della dura realtà della cronaca e della storia invece di dare lezioni all’universo mondo.
Giancristiano Desiderio, 17 ottobre 2020