Santo subito! Queste le parole di molti come forma di ultimo saluto a Papa Benedetto XVI. Come ha fatto Ratzinger ad unire mondo politico, ecclesiale e civile nel condividere la necessità per la nostra società di un nuovo paradigma di vita?
Difficile per me aggiungere parole e significati nuovi in un fiume d’inchiostro già gettato dai miei colleghi. Ma colgo l’occasione per offrirvi una “visione del mondo” personale che ho descritto nel mio libro: “Logos – I messaggi nascosti di Gesù” – che potrebbe aderire a quella del caro defunto Benedetto XVI espressa da lui, nel lontano 1990, quando era ancora Cardinale nel famoso meeting di Rimini sul tema: la Chiesa, “Una compagnia sempre riformanda”.
In quel contesto Ratzinger disse:” Infatti, in mezzo ad un mondo governato da dura disciplina e da inesorabili costrizioni, si leva verso la Chiesa ancora e sempre una silenziosa speranza: essa potrebbe rappresentare in tutto ciò una piccola isola di vita migliore, una piccola oasi di libertà, in cui di tanto in tanto ci si può ritirare”. Un elogio dedicato alla Chiesa come “città ideale per noi uomini”, intesa come società in grado di garantire la libertà sul piano delle regole, ma formata da cittadini liberati dal peccato. Dunque una realtà alternativa alla solita omologazione che realizza cittadini realmente liberi, sia sul livello esteriore che interiore. Ma per edificare una simile dinamica civile è fondamentale la libera adesione alla visione spirituale della Chiesa da parte di una maggioranza d’individui e, a questo punto, Ratzinger lasciò una profonda riflessione sulla motivazione del continuo distacco da parte di laici cittadini e fedeli nei confronti della Chiesa.
“L’ira contro la Chiesa o la delusione nei suoi confronti hanno perciò un carattere particolare, poiché silenziosamente ci si attende da essa di più che da altre istituzioni mondane. In essa si dovrebbe realizzare il sogno di un mondo migliore. Quanto meno, si vorrebbe assaporare in essa il gusto della libertà, dell’essere liberati: quell’uscir fuori dalla caverna, di cui parla Gregorio Magno ricollegandosi a Platone. Tuttavia, dal momento che la Chiesa nel suo aspetto concreto si è talmente allontanata da simili sogni, assumendo anch’essa il sapore di una istituzione e di tutto ciò che è umano, contro di essa sale una collera particolarmente amara. E questa collera non può venir meno, proprio poiché non si può estinguere quel sogno che ci aveva rivolti con speranza verso di essa. Siccome la Chiesa non è così come appare nei sogni, si cerca disperatamente di renderla come la si desidererebbe: un luogo in cui si possano esprimere tutte le libertà, uno spazio dove siano abbattuti i nostri limiti, dove si sperimenti quell’utopia che ci dovrà pur essere da qualche parte. Come nel campo dell’azione politica si vorrebbe finalmente costruire il mondo migliore, così si pensa, si dovrebbe finalmente (magari come prima tappa sulla via verso di esso) metter su anche la Chiesa migliore: una Chiesa di piena umanità, piena di senso fraterno, di generosa creatività, una dimora di riconciliazione di tutto e per tutti”.
Queste le parole profonde di Ratzinger prima della sua ascesa alla Cattedra di Pietro che raccontano la possibilità di costruire un “nuovo mondo insieme”. Chiudo con una domanda:
La morte di Benedetto XVI potrebbe aprire la possibilità ad una risurrezione sociale in senso liberale guidata e costituita da persone Illuminate?
Carlo Toto, 6 gennaio 2023