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This lady is not for turning (Margaret Thatcher)

L’8 aprile del 2013, Margareth Thatcher moriva ad 87 anni, dopo aver combattuto una guerra interna con l’Ira, una guerra economica con il socialismo, una guerra diplomatica con l’Unione sovietica e una guerra vera con gli Argentini. Le ha vinte tutte e quattro, ha governato per dieci anni, vincendo tre mandati. Ma la vera guerra che continua a combattere, nonostante la sua scomparsa, è quella delle idee: la più difficile. Per questo ha ragione Stefano Magni nel bel libro di discorsi della Lady di ferro, pubblicato da Ibl nel 2013 a scrivere nella sua introduzione che la baronessa Thatcher aveva ben poco di conservatore nei suoi speech e molto di rivoluzionario, perché «emanano una grande energia libertaria» (This lady is not for turning. I grandi discorsi di Margaret Thatcher, IBL Libri, a cura di Stefano Magni, euro 10).

Tra i tanti vi riproporrò un passo di quello, famosissimo, in cui la Thatcher sosteneva il fatto che non esistesse la società, ma solo gli individui che ne danno sostanza. È attualissimo. «E così affibbiavano i loro problemi alla società. E chi è la società? Non c’è niente del genere. Ci sono individui, uomini e donne, ci sono famiglie e nessun governo può fare nulla se non attraverso le persone e le persone, prima di tutto, pensano a loro stesse. È un nostro dovere badare a noi stessi e quindi anche aiutare i nostri vicini a badare a se stessi. La gente ha avuto troppo in mente i propri diritti acquisiti, senza pensare ai propri doveri, ma non esistono diritti acquisiti senza aver prima assolto i propri doveri». E continua: «C’è un affresco vivente di uomini e donne e persone, e la bellezza di questo affresco, così come la qualità delle nostre vite, dipenderà da come molti di noi sono pronti a prendersi le loro responsabilità e da come ciascuno di noi sarà pronto a guardarsi attorno e aiutare, in prima persona, chi è più sfortunato».

Nel medesimo discorso, che poi è frutto di un’intervista rilasciata nel 1987, la Lady di ferro continua su un terreno, che ai più sfugge. C’è in effetti qualcuno che ha diritti senza responsabilità, e questi sono i bambini: «I figli sono sia un privilegio che una grande responsabilità, ma loro non chiedono di venire al mondo, siamo noi che li mettiamo al mondo, sono un miracolo e non c’è niente di più grande del miracolo della vita e il bambino che non riceve quello che molti di noi considerano un diritto di nascita, una buona casa, è l’essere che dobbiamo aiutare».

Nicola Porro, 9 aprile 2023

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