Sono passati già nove anni da quando, nel marzo del 2016, ci ha lasciato Sergio Ricossa, il maggiore economista liberale, liberista e libertario italiano del dopoguerra. E sono passati quasi trent’anni da quando scrisse parole che oggi risultano di una attualità e di una preveggenza impressionanti, in merito al tipo di Europa che si andava costruendo e ai rischi correlati che si sarebbero corsi.
Scriveva Ricossa del 1997: “Si sta costruendo un’Europa presa nella rete di infiniti dettagli tecnici, che le sottraggono tempo per concertare (ammesso che lo voglia) una strategia mondiale. Ci rendiamo conto che è in gioco il destino della civiltà occidentale? Che intende fare, che può fare l’Europa senza gli Stati Uniti? La caduta nel caos dell’ex Unione Sovietica non ha cancellato i doveri militari di difesa. Ed esistono inoltre doveri di difesa economica dall’assalto delle ‘tigri capitalistiche’ del Pacifico”. (Dov’è la scienza nell’economia – Di Renzo Editore, 1997).
Un ennesimo esempio di lucidità di analisi che a distanza di 28 anni risulta di incredibile attualità così come continua ad essere di attualità la sottovalutazione della grande lezione ricossiana.
Ed ancora, in merito a ciò che si sarebbe dovuto (e si dovrebbe ancor oggi) fare: “Se l’Italia intende rimanere ben salda in Europa e in Occidente, curi il progresso scientifico e tecnico, la capacità innovativa dei suoi imprenditori, lo snellimento della pubblica amministrazione, l’alleggerimento dei pesi fiscali”(Ibid).
È noto che l’attività preferita dalla maggior parte dei politici sia quella di dare retta a quegli economisti che con i loro errori e le loro previsioni perennemente sbagliate, hanno contribuito a creare gli apparti statali e burocratici più fallimentari della storia moderna. Quando Luigi Einaudi si rese conto del fatto che la sua lezione era sempre rispettata ma quasi mai applicata, scrisse un ultimo sconsolato libro dal titolo Prediche Inutili.
Questa rubrica di pillole ricossiane intende contribuire a che il pensiero e la lezione di Sergio Ricossa rimangano vivi e siano conosciuti ed applicati. Perché la sua è stata una grande opera: un pensiero alto e una lezione sempre più utile.
Fabrizio Bonali, 18 marzo 2025
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