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Medio Oriente

La lista segreta in mano al Mossad: come procederà il rilascio di ostaggi

Ieri liberati 13 israeliani, stasera la seconda fase dello scambio tra Israele e Hamas. Massima riservatezza

Ostaggi israeliani rilasciati da Hamas Due piccoli ostaggi liberati

La buona notizia che riguarda il proseguimento dello scambio in corso, civili rapiti contro terroristi, fra Hamas e Israele, è che il Mossad e le forze armate israeliane hanno ricevuto l’elenco delle persone che saranno rilasciate nella serata di oggi 25 novembre. Solo i famigliari delle persone in lista sono stati informati.

In queste ore agenti dei servizi di sicurezza e funzionari del ministero dell’Interno stanno esaminando i nominativi per studiare, insieme a chi conosce queste persone, i modi migliori per avvicinare gli ostaggi subito dopo la liberazione.

A nome del coordinatore per i prigionieri e i dispersi, il Brigadiere Generale Gal Hirsch ha fatto sapere alla stampa che, come da protocollo, i nominativi sono stati trasmessi solo alle famiglie e ha chiesto ai media, sia israeliani che internazionali, di esercitare la dovuta cautela nel trattare l’argomento. L’ufficio del coordinatore ha anche aggiunto che se si renderà necessario verranno fornite ulteriori informazioni attendibili.

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In tutta sostanza si chiede di non diffondere voci o informazioni non ufficiali o non confermate che potrebbero danneggiare le operazioni in corso che sono delicatissime.
In effetti la rete è piena di fake news inserite sia da Hamas, in una già consolidata tecnica di guerra psicologica nei confronti della popolazione civile israeliana, sia da mitomani in cerca del loro quarto d’ora di notorietà.

Il prof. Yuval Bloch, psichiatra e direttore degli ambulatori per l’infanzia e l’adolescenza e dell’Autorità di ricerca del Centro di salute mentale di Shalvata e Isabel Seri Levy, coordinatrice nazionale per gli abusi sessuali sui bambini presso il ministero israeliano del Welfare e degli Affari Sociali, hanno fatto sapere che le condizioni dei bambini e delle donne rientrati in Israele la notte scorsa sono buone e che al momento sono ospitati, insieme ai loro familiari, in un complesso dedicato e separato dove delle équipe mediche si stanno prendendo cura di loro.

Per ovvi motivi è stato fatto assoluto divieto a tutti i giornalisti di avvicinare le persone rilasciate perché potrebbero, anche involontariamente, rivelare particolari che metterebbero in pericolo l’operazione di scambio e gli altri ostaggi ancora in mano ai terroristi.

Con l’avvicinarsi della seconda fase, sale l’attesa per gli osservatori e la tensione per i famigliari. Proprio per non rimanere in un angosciante silenzio sono previsti nel pomeriggio degli incontri con psicologi dell’assistenza sociale e aggiornamenti per gli addetti stampa.

Nella mattina di sabato 25 novembre, quattro cisterne di carburante e quattro cisterne di gas da cucina sono state trasferite dall’Egitto alle organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite nel sud della Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Questa operazione è stata approvata dal governo israeliano nell’ambito della pausa e del quadro per il rilascio degli ostaggi concordato con gli Stati Uniti e mediato dal Qatar e dall’Egitto.

Il carburante e il gas da cucina sono destinati al funzionamento delle infrastrutture umanitarie essenziali nella Striscia di Gaza.

Indubbiamente c’è un leggero ottimismo, che mancava all’inizio dell’operazione, ma è opinione comune che bisogna aspettare con pazienza.

Michael Sfaradi, 25 novembre 2023