Commenti all'articolo La magistratura, terza Camera (etica) del Parlamento
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giuseppe marciante
13 Novembre 2018, 10:38 10:38
C’è un ulteriore aspetto che si intreccia perversamente con la questione della prescrizione. Esso è piuttosto da addetti ai lavori.
La “assegnazione” dei procedimenti (o, in Procura, delle indagini) non risponde quasi mai a criteri obbiettivi e preventivi: Donde, la sotterranea lotta per assicurarsi questo o quel processo, questa o quella indagine.
Perchè essa può condurre, se svolta in un…certo modo…al risultato (politico) ambito oppure (o anche) alla comnquista di quella notorietà (perversamente “qualificata”) che è il trampolino per il successivo impegno in Politica.
E, poi, gravissimo, la mancanza di qualsiasi regola(preventiva e oggettiva) che stabilisca “in quale ordine vadeno svolte le indagini o celebrati i procedimenti: Un modo per condurne alcuni in prescrizione e per miracolare quelli cui si ha interesse.
Questo lo sanno tutti ma quasi tutti …tacciono…
Valter
11 Novembre 2018, 14:29 14:29
Altro che governo del cambiamento! In Italia nulla potrà mai cambiare nel senso del progresso civile e sopratutto della LIBERTÀ se non si metterà mano non a una riforma ma a una rifondazione del sistema Giustizia. L’augurio è che si riesca a farlo senza passare per rotture istituzionali.
Orlo
10 Novembre 2018, 18:41 18:41
Bravo Nicola!
Però fa che nn sia un fuoco di paglia.
Sarebbe moltissimo interessante una tua puntata di Quarta Repubblica tutta incentrata sulla corte costituzionale con un Cassese e Zagrebelsky ospiti,insieme a D’alimonte e Gaetano Silvestri per parlare della deriva di tale organo di garanzia che,ineditamente,trancia al cuore senza,apparentemente assumersene le colpe della zombiezzazione,molte leggi riformiste.
Se si vuole trovarsi,faccia a faccia,con un vero “potere forte”,e sezionarlo giornalisticamente nn trovo di meglio che tale organo NON politico.
AndreaSalvadore
10 Novembre 2018, 18:24 18:24
Stavo ripensando il problema della prescrizione, senza tutti i contatti incestuosi tra magistratura e politica. Do per ammesso che parlo di una legge gia ricononosciuta nella uqle le penalitá sono gia stabilite dal parlamento. Ie cge il caso arrivi al al giudizio.in primo grado. Questo procedimento é condizionato da prove sopportate da testimonianze.e da testimonianze concordanti. Per arrivare a formarsi un giudizio i giudici hannoa bisogno di un processo di validazione e maturazione. In questo processo, per esempio si devono eliminare tutte le testimonianze per le cuali l’accusa non trova riscontro- cioe prova, La girurisprudenza universale riconosce che il tempo diminuisce le certezze di testimonianze
ed anche di prove non repetibili, vedi il DNA di Bossetti, o andate perdute. e per queste ragioni ha stabilito la validitá del principio della prescrizione. Si puo discuteer sui dettagli ed adattrli a nuove situazioni ma NON SI PUO ELIMINARE UN PRINCIPIO BASICO DI GIURISPRUDENZA, Eliminarlo significa creare un’arma politica che prterebbe a una tirannia. ë il frutto mal digerito da un pseudogiurista chiamato Malafede.
C’è un ulteriore aspetto che si intreccia perversamente con la questione della prescrizione. Esso è piuttosto da addetti ai lavori.
La “assegnazione” dei procedimenti (o, in Procura, delle indagini) non risponde quasi mai a criteri obbiettivi e preventivi: Donde, la sotterranea lotta per assicurarsi questo o quel processo, questa o quella indagine.
Perchè essa può condurre, se svolta in un…certo modo…al risultato (politico) ambito oppure (o anche) alla comnquista di quella notorietà (perversamente “qualificata”) che è il trampolino per il successivo impegno in Politica.
E, poi, gravissimo, la mancanza di qualsiasi regola(preventiva e oggettiva) che stabilisca “in quale ordine vadeno svolte le indagini o celebrati i procedimenti: Un modo per condurne alcuni in prescrizione e per miracolare quelli cui si ha interesse.
Questo lo sanno tutti ma quasi tutti …tacciono…
Altro che governo del cambiamento! In Italia nulla potrà mai cambiare nel senso del progresso civile e sopratutto della LIBERTÀ se non si metterà mano non a una riforma ma a una rifondazione del sistema Giustizia. L’augurio è che si riesca a farlo senza passare per rotture istituzionali.
Bravo Nicola!
Però fa che nn sia un fuoco di paglia.
Sarebbe moltissimo interessante una tua puntata di Quarta Repubblica tutta incentrata sulla corte costituzionale con un Cassese e Zagrebelsky ospiti,insieme a D’alimonte e Gaetano Silvestri per parlare della deriva di tale organo di garanzia che,ineditamente,trancia al cuore senza,apparentemente assumersene le colpe della zombiezzazione,molte leggi riformiste.
Se si vuole trovarsi,faccia a faccia,con un vero “potere forte”,e sezionarlo giornalisticamente nn trovo di meglio che tale organo NON politico.
Stavo ripensando il problema della prescrizione, senza tutti i contatti incestuosi tra magistratura e politica. Do per ammesso che parlo di una legge gia ricononosciuta nella uqle le penalitá sono gia stabilite dal parlamento. Ie cge il caso arrivi al al giudizio.in primo grado. Questo procedimento é condizionato da prove sopportate da testimonianze.e da testimonianze concordanti. Per arrivare a formarsi un giudizio i giudici hannoa bisogno di un processo di validazione e maturazione. In questo processo, per esempio si devono eliminare tutte le testimonianze per le cuali l’accusa non trova riscontro- cioe prova, La girurisprudenza universale riconosce che il tempo diminuisce le certezze di testimonianze
ed anche di prove non repetibili, vedi il DNA di Bossetti, o andate perdute. e per queste ragioni ha stabilito la validitá del principio della prescrizione. Si puo discuteer sui dettagli ed adattrli a nuove situazioni ma NON SI PUO ELIMINARE UN PRINCIPIO BASICO DI GIURISPRUDENZA, Eliminarlo significa creare un’arma politica che prterebbe a una tirannia. ë il frutto mal digerito da un pseudogiurista chiamato Malafede.