Cosa avrà voluto dire? Era un insulto al premier Giorgia Meloni o un esempio venuto male? Da ieri circola sui social network un video di Roberto Salis, papà di Ilaria, la detenuta in Ungheria neo-eletta all’Europarlamento, in cui lamenta l’inattività del governo italiano sul caso di sua figlia. Le parole utilizzate, però, fanno discutere. E forse con un altro presidente del consiglio avrebbero anche già fatto scattare l’indignazione unanime per body shaming o qualcosa di simile.
Intervistato dal Tg3 durante la nottata elettorale, papà Salis dice testuale: “Bisogna lavorare per concludere questa ridicola situazione in cui si trova Ilaria. È innocente e non ha commesso i fatti di cui è imputata come è stato dimostrato dai processi che sono in corso. Per cui adesso è il momento di vedere le istituzioni italiane che fanno quello che dovrebbero fare per difendere un cittadino. Se ci fosse la Thatcher in questo momento a capo del governo sicuramente risolverebbe la situazione nel giro di tre ore. Se al posto della Thatcher c’è il nano mammolo probabilmente questa roba andrà avanti in eterno. Quindi bisogna capire se nelle istituzioni italiane c’è una persona come la Thatcher o come il nano mammolo”.
Il padre di Ilaria Salis che dà del “nano mammolo” al Presidente del Consiglio.
Abbiamo capito da chi ha imparato il rispetto delle istituzioni la figlia.Che arroganza pic.twitter.com/AhS1NuUxQf
— m a u r o (@maurorizzi_mr) June 11, 2024
Si riferiva a Giorgia Meloni? Impossibile dirlo, ma facile immaginarlo. Visto peraltro che spesso la premier viene additata per la sua altezza non esattamente slanciata, cosa su cui peraltro lei stessa ha scherzato con Enrico Mentana durante l’intervista a La7. Il punto qui è un altro: nell’Italia benpensante e politicamente correttissima, un riferimento simile a Elly Schlein, magari giocando su qualche sui difettuccio fisico, magare proferito da Roberto Vannacci, avrebbe scatenato le penne dei più fini intellettuali italiani. Invece papà Salis scivola sul nano mammolo e tutto tace. Chissà perché.