Giù le mani sporche dal Pd, ci sto. Ma giù anche dagli alpini. Il Pd emiliano è in subbuglio dopo che, a effetto ritardato, è scoppiato il caso della ragazza violentata alla Festa dell’Unità. Basta strumentalizzare e infangare, che centriamo noi, tuona il segretario di Bologna ricordando che gli organizzatori, cioè loro, avevano messo in campo tutte le misure di sicurezza e controllo possibili e immaginabili. Il discorso non fa una piega, che c’entra il Pd se un maniaco sessuale purtroppo lasciato a piede libero violenta una ragazza durante la festa dell’Unità?
O meglio, il discorso non farebbe una piega se proprio il Pd emiliano, poco più di un anno fa, non si fosse scagliato a testa bassa e con violenza contro gli alpini al cui raduno nazionale a Rimini si erano verificati un paio di casi, per la verità accertato e denunciato solo uno, di molesti e verbali nei confronti di ragazze indigene. Le donne del Pd emiliano, supportate dalle loro colleghe nazionali, si erano – in quell’occasione – mobilitate per escludere per sempre gli alpini e le loro manifestazioni dalla regione, meglio se dall’intera nazione.
Ma non c’è niente da fare. Chi non ha alcuna morale di solito finge di averne due: una che vale per se stesso, l’altra per tutti gli altri. Succede per le scazzottate fuori da scuola che, se a darle sono quelli di destra apriti cielo, se a menare sono quelli di sinistra, prima si nega, poi si minimizza e alla fine si allargano le braccia, che vuoi farci, so ragazzi. Succede per le risse verbali in Parlamento, loro, a sinistra, possono dare del fascista e mafioso a chiunque, se uno di destra va un po’ sopra le righe con le parole, si chiedono le sue dimissioni e l’apertura di commissioni d’inchiesta.
Il moralista, insomma, diceva Pasolini, è quello che dice no agli altri invece che a se stesso. E ancora meglio lo definiva Andreotti: il moralista è uno che parla così tanto di morale che non gli rimane più il tempo di praticarla. Ai tempi del governo Draghi, altro esempio, il Pd, allora in maggioranza, suonò squilli di tromba all’annuncio che erano stati stanziati 3 miliardi per abbassare il cuneo fiscale. Ieri Giorgia Meloni ce ne ha messi sopra altri 3 e le sinistre sono in sorte: è una piccola mancia, questi odiano i lavoratori. Anche se, sondaggio e alla mano, risulta l’inverso, ormai sono i lavoratori che odiano loro…