L’assistente del dottor D. mi praticò il vaccino “Moderna”, spiegandomi eventuali reazioni, invitandomi, se del caso, a chiamare il mio medico LG, ma dandomi pure, per ogni evenienza, il numero privato del dottor D. La solita sedia “sanificata” mi accolse, l’assistente mi offrì una bottiglietta di minerale, mi consegnò il certificato della prima avvenuta vaccinazione. Dopo 15 minuti tornò a trovarmi: mi sorrise. Ora ero libero di andarmene. Mi comunicò che la seconda dose sarebbe stata praticata 29 giorni dopo (il protocollo Moderna dice 21-40 giorni dopo, mi spiegò). Quel giorno avrei avuto il passaporto vaccinale ufficiale.
Chissà perché mi venne in mente una visita a una tomba, settant’anni prima, con mia mamma al cimitero di Sarzana. Un suo cugino aveva sposato una donna molto ricca, colpita ancora giovane da un cancro. Celebri medici dell’epoca si susseguirono al suo capezzale, tutti senza successo. Lui le fece un grande funerale, costruì una tomba imponente. Sulla lapide scrisse: “Fu curata alla moderna, morì all’antica”. Amici, su con la vita, fin che c’è vita c’è … speranza.
Riccardo Ruggeri, 29 marzo 2021