“Shalom, sei stato vicino a un portatore del Corona, tale giorno, tale ora, tale posto, mettetevi in isolamento per il bene dei tuoi cari e del pubblico e se si sviluppano sintomi come febbre, tosse o difficoltà respiratorie, chiama il Magen David Adom (Croce Rossa Israeliana)”.
Questo è il messaggio che, fino alle 12:00 del 19 marzo 2020, quattrocento israeliani hanno ricevuto sul loro telefonino: per lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna di Israele tutti i mezzi sono buoni pur di contenere il contagio da Coronavirus.
In Israele, soprattutto dopo che il Primo Ministro Netanyahu ha dato ampio mandato alle agenzie di Intelligence di collaborare con il Ministero della Salute Pubblica, la lotta contro il Coronavirus è gestita come un’operazione di difesa, anche se il nemico questa volta è invisibile.
Una volta incassato il permesso di agire senza inutili legacci burocratici, gli 007 israeliani si sono mobilitati per garantire la vittoria contro l’epidemia nel più breve tempo possibile. Lo Shin Bet, come già detto, sta usando i mezzi tecnologici di cui dispone per la lotta al terrorismo, pur di ricostruire, anche attraverso le tracce lasciate dai telefoni cellulari, gli spostamenti di quelle persone risultate poi positive al COVID 19.
Tracciando gli spostamenti degli ultimi giorni si è risalito anche all’identità di molte persone che, anche inconsapevolmente, sono entrate in contatto con il pericolo, persone che, una volta avvertite, sono entrate in isolamento volontario al fine di non contagiare ulteriormente.
Spezzare la catena del contagio vale, almeno in questi frangenti in cui il virus sta mietendo vittime in tutto il mondo, la perdita momentanea della privacy.
Nonostante le immagini che sono arrivate nei mesi scorsi dalla Cina e che purtroppo arrivano ora dall’Italia, non sono mancate le lamentele di alcuni fenomeni che si sono rivolti all’Alta Corte di Giustizia chiedendo che il governo sospenda immediatamente questo tipo di operazioni.
Difficile credere che il Tribunale Supremo possa stoppare il lavoro del governo, anche se è probabile che i giudici decidano di arrogare a loro stessi una sorta di supervisione per far sì che non vengano toccati i diritti democratici basilari.
Mentre i Servizi Interni cercano tutti i potenziali portatori del virus, il Mossad, i servizi di Intelligence esterni, sotto la guida di Yossi Cohen, è riuscito, in un’operazione denominata ‘Corona’, a recuperare all’estero, probabilmente da un paese del Golfo con cui Israele non ha addirittura relazioni diplomatiche, centomila test di screening al Corona Virus.
I test sono stati sicuramente acquistati dal governo israeliano e, in queste ore, gli esperti del Ministero della Salute li stanno controllando per assicurarne la genuinità prima di acquistare altri importanti quantitativi dello stesso kit.
Se tutto dovesse andare come previsto, Israele sarà la prima nazione al mondo a eseguire test a tappeto con l’obbiettivo di riuscire a controllare fino al 90% della popolazione: circa otto milioni e mezzo di cittadini.
Non si tratta di un film di spionaggio ma di una realtà che supera la fantasia. Per motivi che sicuramente non verranno mai alla luce, diversi paesi del Golfo Persico erano in possesso di un numero elevato di test screening del Coronavirus, molti più di quelli che servivano per il loro fabbisogno.
È facile immaginare che la cosa non sia passata inosservata agli occhi dei servizi segreti israeliani, come è facile immaginare che agenti del Mossad si siano mossi al fine di acquistare i kit in esubero per poi trasferirli in Israele.
A rivelare l’operazione è stata l’emittente televisiva del Qatar ‘Al Jazeera’, notizia poi confermata sia da alcune testate israeliane e dal telegiornale della sera del Canale 11.
Ma la lotta al Corona non si limita alle sole operazioni di Intelligence, il Magen David Adom ha installato nel parcheggio della fiera di Tel Aviv, un servizio di controllo a tampone che si può effettuare rimanendo seduti in macchina. Previo appuntamento telefonico ci si presenta al parcheggio con il numero che si è ricevuti alla prenotazione e, seguendo una delle sei file, si entra con l’automobile all’interno di una tenda attrezzata dove c’è un paramedico che fa il tampone all’autista, o a chi è seduto nel veicolo, senza che questi debba uscire dallo stesso.
Con questo sistema si pensa di riuscire ad eseguire dagli ottocento ai mille controlli al giorno.
Israele, dopo aver chiuso scuole, università, luoghi di culto ed aver limitato a dieci il numero massimo di persone che si possono riunire, con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno due metri, in un’ulteriore restrizione ha deciso in serata la chiusura totale della nazione lasciando aperti solo i servizi essenziali.
Alla popolazione è stato chiesto di rimanere in casa e di uscire solo per le cose strettamente necessarie, alla richiesta è stato però anche aggiunto un serio avvertimento: se ci saranno in giro persone che non hanno motivo per stare all’aperto sarà la polizia, affiancata dall’esercito, a far rispettare una quarantena che potrebbe diventare, se dovesse essere necessario, un vero coprifuoco.
Michael Sfaradi, 20 marzo 2020