Cronaca

Un tavolo per due

“Posso dire che la nonna di Giulia…”. Ed è scontro Porro-Cruciani

Il nuovo format con Nicola Porro e Giuseppe Cruciani: la nonna di Giulia Cecchettin e il caso del generale Vannacci

Il nuovo format è servito. Chi ha partecipato ad almeno una Ripartenza (siamo già a cinque e la sesta è in programmazione: siete pronti?) avrà apprezzato l’appuntamento più caldo dell’evento: la Zanzara nella Zuppa. Beh, a Bari avevamo annunciato che qualcosa stava bollendo nel calderone e adesso potete vederne il risultato. Da lunedì scorso a Quarta Repubblica abbiamo inaugurato “Un tavolo per due”. Nicola Porro e Giuseppe Cruciani commentano le notizie della settimana con il loro stile irriverente e “scravattato”.

Questa è stata ovviamente la settimana del funerale di Giulia Cecchettin. E il dibattito tra Porro e Cruciani si è concentrato proprio sull’attenzione mediatica riservata al caso. Ma anche dell’intervista della nonna della vittima, che a pochi giorni dalla morte della nipote ha presentato il proprio libro e s’è fatta intervistare da Rovigo in Diretta riservando pure alcuni sorrisi alla telecamera. “Io penso che ci sia un’aurea di insindacabilità sulla sorella che accusa il patriarcato”, ha esordito Porro, però col funerale alle porte forse “stiamo esagerando”: “Posso dirti che la nonna di Giulia forse non avrebbe dovuto presentare il libro che ha scritto?”. Replica Cruciani: “Ti contesto questa tua idea, perché io non mi metto a giudicare il modo in cui una persona reagisce al dolore. Non me la sento di gettarle la croce addosso”.

Tanti i temi affrontati ad Un tavolo per due. Tra questi il caso Vannacci. Cruciani è tranchant: “Io credo che il generale sia un campione di libertà, va controcorente e afferma cosa che ha tutto il diritto di dire. Non è né razzista né omofobo e chi lo contesta è antidemocratico”. Obietta Porro: “Ma come fa Cruciani ad andare col popolo di Vannacci?”. “Io certe posizioni le combatto – ribatte il conduttore della Zanzara – ma non penso che il generale Vannacci vada silenziato o che sia un problema se ottiene un incarico”.

Da Quarta Repubblica del 4 dicembre 2023