È stata lunga e tragica la notte appena passata, una di quelle notti, nell’ultimo anno ce ne sono state molte, che passeranno alla storia per l’infamità con la quale Hamas e la sua schiera di terroristi ha trattato e continua a trattare i civili rapiti il 7 ottobre 2023 durante il pogrom in territorio israeliano. Che siano stati i terroristi palestinesi a iniziare le ostilità è doveroso ricordarlo in continuazione perché in troppi vogliono dimenticarlo e, quando non ci riescono, nasconderlo.
Dimenticare e nascondere le responsabilità dell’organizzazione terroristica che, a prescindere dalla vulgata, sarà sempre rea davanti alla storia di tutti i lutti in Israele e di tutti i lutti nella Striscia di Gaza perché, anche questo è doveroso ricordarlo, se non ci fosse stato il 7 ottobre 2023 non ci sarebbe stata la guerra, e se non ci fosse stata la guerra migliaia di persone sarebbero ancora vive. Sia da una parte, sia dall’altra. E questo non è uno scenario, ma un dato di fatto.
È doveroso anche ricordare che chi grida dal fiume al mare vuole la distruzione di una nazione intera e la fine di 10milioni di persone che, come ha sempre detto la propaganda araba, dovranno essere buttate in mare. Fatevene una ragione: gli israeliani non si faranno buttare in mare, mai e da nessuno. Tornando alla notte appena passata, l’IDF (Israel Defence Force) e il Servizio Segreto Interno (Shin Bet) hanno localizzato in un tunnel a Rafah i corpi di Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Hersch Goldberg-Pollin, Alexander Lubnov, Almog Sarousi e del Sergente Uri Danino. Rapiti il 7 ottobre e assassinati dall’organizzazione terroristica di Hamas. I corpi dei sei rapiti sono stati brutalmente assassinati, a sangue freddo, dai terroristi di Hamas poco prima di essere raggiunti dai militari che hanno tentato di liberarli.
Detto questo è doveroso ricordare a tutti coloro che nelle piazze gridano ai crimini contro l’umanità che anche rapire civili è un crimine contro l’umanità, che anche trattenere i civili in ostaggio è un crimine contro l’umanità e che anche, e soprattutto, assassinare i civili in prigionia è un crimine contro l’umanità. Considerando i sondaggi che vengono pubblicati, Hamas, nonostante il disastro che ha portato alla popolazione di Gaza, è ancora in testa alle preferenze dei palestinesi sia di Gaza sia della Cisgiordania e questo, inutile nascondersi dietro alla filosofia spocchiosa di sinistra, sta a significare che l’umanità non esiste più nella società palestinese. Non esisteva prima del 7 ottobre 2023 e non esiste oggi. Non esiste in una società che nonostante abbia avuto diverse possibilità di crearsi uno Stato e un futuro nella comunità internazionale, ha solo proseguito nello stesso intento di sempre: distruggere lo Stato Ebraico.
Ma loro non sono gli unici colpevoli di questa situazione, non sarebbe giusto non ricordare il mondo ipocrita che assiste ai crimini contro l’umanità dei palestinesi ma continua a dare la colpa a Israele cioè agli israeliani, cioè agli ebrei. Un mondo ipocrita che ha trovato un modo per spolverarsi la coscienza e lucidare il suo antisemitismo che è stato sempre gelosamente conservato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in attesa di farlo riuscire allo scoperto. Un mondo ipocrita che volutamente dimentica chi il 7 ottobre 2023 è stato l’aggressore e chi l’aggredito. Un mondo ipocrita che dà la colpa gli ebrei, ho detto ebrei, non israeliani, e mai ai palestinesi sempre e comunque vittime. Soprattutto di loro stessi.
Un mondo ipocrita che alla lunga pagherà un caro prezzo e di acconti, nel silenzio di una politica stolta e di una stampa compiacente, ne ha già elargiti molti: la lista degli attentati di matrice islamica che hanno insanguinato l’Europa e l’Occidente in generale è lunga, come è lunga la lista delle uccisioni occasionali di lupi sciolti e di stupri e omicidi che si susseguono al ritmo di Allah Ahbar. C’è da chiedersi se la società occidentale riuscirà mai a svegliarsi da questo torpore e a salvare se stessa. Solo il tempo potrà darci una risposta.
Michael Sfaradi, 1° settembre 2024
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