Natale col Covip: tranquilli, si salveranno e verranno a dirvi che se non vi pungete come puntaspilli, ogni due o tre mesi (l’efficacia della fatidica terza dose, che secondo qualche intrattenitore scientifico doveva durare 10 anni, è già stata ridimensionata dall’OMS a 10 settimane), rischiate di infettarvi. Parafrasando Oscar Wilde: parlate anche ammalato di me, ma parlatene. In tutto questa epidemia di covippi, pettegolezzi di ringhiera riferiscono che a passare il Natale più tetro sia stato lo Scanzi: non ha niente, porca di quella puttana, manco una lineetta di febbre, uno starnuto, una raucedine, con tutta la fatica che ha fatto a saltar file che manco Gimbo Tamberi.
E così nessuno parla di lui. Proprio non c’è giustizia a questo porco di mondo, ma insisti, caregiver: magari alla dodicesima o trentaquattresima dose ti cascano le difese immunitarie e potrai raccontarcelo coi soliti accenti gozzaniani: piccole cose di pessimo gusto.
Max Del Papa, 27 dicembre 2021