Da una parte la severità definitiva, non trattabile del Vangelo: non farai questo e quello, non desidererai quell’altra, il tuo parlare sia sì sì, no no. Dall’altra i comandamenti del laicismo pratico, vivibile: “immorale nelle cose piccole, morale in quelle grandi”. Tutto travolto, tutto finito, rimane solo l’indecenza di chi viene a dirti che è una cosa è l’esatto contrario di come è, si veda alle voci: vaccini, cambiamenti climatici; oppure viene a dirti una cosa mentre sta facendo l’esatto contrario e se glielo fai notare s’indispettisce e capace che ti querela.
Non possiamo nemmeno più contare sulle squallide certezze del gossip pubblicitario: ecco Fedez e il Codacons che dopo anni in cui si sono insultati, provocati, denunciati a vicenda, e a raffica, procedono all’osceno abbraccio “in salvezza dell’Ilva di Taranto”. Che suona indecente già così. I 5200 mandati in cassa integrazione si salvano con le trovate di un rapper fuori controllo e uno, questo Carlo Rienzi, che non perde occasioni per farci domandare: ma questo Codacons, alla fine, che roba è, a che serve? A che gli serve?
Indecente. Fedez, questo ormai lo capisce anche il follower più babbeo, ha bisogno di rifarsi una verginità influencer dopo le ultime prodezze, che sono parecchie e una più discutibile dell’altra, dall’esibizionismo deluxe alle spedizioni punitive con annesso obolo per non finire davanti al giudice. Il Codacons, questa entità misteriosa la cui ragione sociale sembra essere di strepitare ad uso e consumo del fondatore, con la scusa dei cittadini-consumatori, per diretta ammissione è in cerca di una faccia e non trova di meglio che quella di Fedez. Di certo non può spendere quella di Rienzi, che otto anni fa, magari ve ne ricordate pure, fece il suo giro mediatico in mutande e ortaggi annunciando di volersi dare fuoco come protesta contro i giornali, che si occupavano dei candidati sindaci dei partiti e non di lui. Poi ci ha ripensato, o meglio non ci aveva mai pensato il nostro Jan Palach di Salerno.
E allora, sotto col violino quando fino a ieri cantava la sega: “Il noto rapper, assai conosciuto anche per le sue attività solidali e sociali”. Ma se sono quelle che gli avete sempre imputato come truffaldine! I Ferragnez “ignoranti delinquenti e profittatori”. La chiave di volta, è l’avverbio, la stele di Rosetta di tutta questa storia è l’assai.
Indecente assai. Tutto in questa storia è indecente. Lo è particolarmente cercare la famigerata visibilità sulla pelle di 5mila poveri cristi e questi pretendono di cavarsela come segue: “La necessità di far prevalere la salute e la vita sui meri interessi produttivi trova in questo evento una forte espressione di impegno e solidarietà, e un punto di incontro tra il rapper e l’associazione dei consumatori, attraverso una iniziativa congiunta i cui dettagli verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa indetta per venerdì 21 giugno a Taranto, alle 15 presso la sala convegni dell’Hotel Mercure”. E così è stato, i due si sono visti proprio poche ore fa con tanto di scatto di foto pacificatore.
Tutto degno di un Soumahoro, lo dimostra con la sua aria che cammina, aria fritta, indigesta come quella che esce da certi fast food che la senti ancora a tre chilometri di distanza. Che faranno questi, cui dell’Ilva e le sue vittime non importa un pandoro tarocco, per “far prevalere la salute e la vita sui meri interessi produttivi”? Speriamo non la beneficenza alla Ferragnez, beneficenza pro domo, puntualmente infilzata dall’one man band Rienzi. Ma ieri è sempre un altro momento. Ammettetelo, Fedez e “Codacons” insieme per i destini dell’Ilva: non lo avrebbe immaginato neppure la follia visionaria più estrema di un Carmelo Bene o un Alfred Jarry. E avanti.
Adesso non resta che aspettarci: Renzi e Calenda che si sposano, Selvaggia e Chiara a “Ballando con le stelle” (e vedrete se mi sbaglio), la famiglia Agnelli che si rinchiude al completo in convento di clausura dopo essersi tutti denudati dei panni, dei quadri e dei fondi d’investimento, in marcia penitenziale da Foligno a Assisi; un girotondo a 5 Stelle di Conte, Grillo, Dibba, Appendino e tutti i settari di buona volontà sotto la direzione d’orchestra di Travaglio nei panni di Mariele Ventre. Tanto più qualcosa è indecente e più funziona: se ti dice bene, bivacchi al Parlamento Europeo, se ti va storta comunque ti consoli con la solidarietà rappata. E i bravi cittadini dall’indignazione facile: anvedi che santi, così si fa.
Fedez e Codacons in salvezza dell’Ilva contro le logiche del profitto, dei meri interessi: detto da uno che campa grazie alla società per lo sfruttamento di ogni cosa dall’immagine alle ecografie, e da un altro che glielo ha rimproverato tutti i giorni per dieci anni. Chissà se a Taranto si faranno vedere sulla Ferrari custom del signor Lucia, 300mila euro tutto compreso. Con paladini del genere, cosa mai potrebbe andare storto?
Max Del Papa, 21 giugno 2024
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