La pagliacciata dell’auto che si finge verde (pagando)

È una follia crediti C02 da Tesla per evitare le folli multe dell’Unione Europea per il mancato rispetto degli obblighi verdi sulle emissioni. E intanto l’industria muore

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Auto Elettriche

In merito alla catastrofica situazione dell’automotive europea, massacrata dai burocrati della religione green, sembra che siamo già giunti alle comiche finali, sebbene siano veramente in pochi a ridere.

Secondo quanto riporta la stampa del Vecchio Continente, i colossi dell’industria automobilistica hanno intenzione di mettere in comune le emissioni di CO2, allo scopo di evitare le colossali multe inflitte dal politburo dell’Unione europea, sborsando cifre piuttosto rilevanti a favore delle aziende che producono auto elettriche in cambio dei cosiddetti crediti verdi.

Tant’è che Tesla, il maggior costruttore mondiale di mezzi con propulsione elettrica, ha messo in piedi un pool di colossi, che comprende Stellantis, Ford, Toyota, Mazda e Subaru, consentendo a questi ultimi di acquistare dall’azienda americana i medesimi crediti, così da sfuggire alle demenziali forche caudine dell’Ue.

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In tal senso, prende con energia le distanze dall’iniziativa il gruppo Renault, il quale dichiara di impegnarsi a rispettare le regole green per il 2025; tuttavia la società francese, in un comunicato pubblicato dall’agenzia Reuters, ritiene che le case costruttrici che mettono in comune le loro emissioni potrebbero indebolire l’industria automobilistica europea, e per questo viene chiesto ai politici di Bruxelles di esprimere una linea ragionevole, soprattutto in un momento così difficile per il settore.

“Senza una posizione chiara da parte della Commissione Europea – ha sottolineato il gruppo Renault – i produttori sono costretti a prendere decisioni controproducenti, come l’acquisto di crediti dai concorrenti, potenziali tagli alla produzione, ecc. Questo porta all’indebolimento dell’industria europea”.

D’altro canto, l’olandese Wopke Hoekstra, il commissario europeo per l’azione per il clima, alias genio incompreso della lampada, ha confermato che non ci sarà alcuna revisione anticipata delle attuali regole. Regole che comporterebbero sanzioni pesantissime per la stessa industria automobilistica. Sanzioni che l’ex presidente di ACEA, Luca de Meo, aveva in precedenza stimato nell’ordine di 15 miliardi.

Ora, l’elemento forse più paradossale di codesto inverosimile pasticcio green, in cui sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, è che i più accesi sostenitori della rivoluzione verde sono quegli stessi partiti che non appena fiutano odore di licenziamenti alzano alte barricate, ribadendo la solita politica della botte piena e della moglie ubriaca. Afuera, senza se e senza ma!

Claudio Romiti, 10 gennaio 2024

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