Politica

La patetica sceneggiata della sinistra su Fitto

Dall’imboscata dei Verdi all’incredibile supercazzola dei socialisti (Pd in prima linea): che pessima figura per i compagni

È saltato il verdetto per la nomina dei sei vicepresidenti esecutivi della commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. Non si tratta di un nodo di merito, ma politico e di mezzo ci va Raffaele Fitto. L’attuale ministro degli Affari esteri del governo Meloni è il vicepresidente designato alla Coesione e ieri in audizione a Bruxelles ha fatto un’ottima figura, rispondendo a tutte le domande – anche a quelle più provocatorie – senza mai perdere il suo aplomb. Anche diversi esponenti della sinistra italiana hanno apprezzato l’intervento di Fitto, basti pensare a Dario Nardella, che ha parlato di audizione “tendenzialmente positiva”. Un’ottima notizia, considerando che l’Italia otterrebbe un ruolo cruciale. Ma la sinistra si fa sempre riconoscere e non in positivo.

Come anticipato, lo scoglio è tutto politico. I coordinatori dei gruppi politici hanno deciso di rinviare “a data da definire” il giudizio non solo su di lui ma su tutti i sei vicepresidenti. Il classico gioco dei veti incrociati, con i compagni che hanno dato un pessimo esempio. I più aggressivi nei confronti di Fitto sono stati i Verdi. L’ecologista tedesco Rasmus Andresen ha evidenziato che in Italia ci sono molte inchieste aperte sull’utilizzo dei fondi del Pnrr.

“L’audizione conferma tutte le nostre scarse aspettative e preoccupazioni” il j’accuse degli eurodeputati di Avs. Sì, secondo Mimmo Lucano e Ilaria Salis non sarebbe all’altezza. Proprio loro. Il mondo al contrario, per citare un altro eurodeputato. Mister Riace ha poi rincarato la dose: “Abbiamo ascoltato una generica elencazione di promesse, senza alcuna spiegazione puntuale su come Fitto intenda realizzare gli obiettivi indicati dagli eurodeputati. Questa inconsistenza dal punto di vista dei contenuti non ci stupisce, poichè già da ministro Fitto ha fatto dell’incapacità di entrare nel merito delle questioni la sua cifra politica”. Robe da matti. Ma non è tutto, perchè la figura più patetica l’ha fatta il Pd.

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I socialisti, con il Pd in prima fila, si sono detti contrari non a Fitto in quanto persona ma al ruolo di vicepresidente esecutivo affidato a un esponente dei conservatori di Ecr che non fa parte della maggioranza che a giugno ha votato Ursula von der Leyen. Avete capito bene: il candidato è all’altezza, non è fascista, è preparato, conosce bene la materia, ma il problema è la spilletta del partito. Voi non state bene. Ma forse anche per questo motivo la sinistra raccoglie sempre meno voti: pensa alla poltroncina e non alle competenze. Non siamo sorpresi, sia chiaro, perché i dem non hanno mai dimostrato di essere qualcosa più di questo. Ma a rimetterci è l’Italia, che rischia di perdere una grande opportunità per un prurito da compagni.

L’opposizione alla nomina di Fitto toglierebbe all’Italia una posizione di rilievo, impedendole di avere una maggiore influenza anche su settori come l’agricoltura, la pesca, il turismo, o ancora i trasporti e le infrastrutture energetiche. Tranchant il premier Giorgia Meloni: “Trovo inconcepibile che alcuni esponenti del PD chiedano adesso di togliere al commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva. Vorrei sapere dalla segretaria del PD se questa è la sua posizione ufficiale: sottrarre all’Italia una posizione apicale per impedirle di avere una maggiore influenza anche su settori chiave”. Il Pd antepone il partito all’interesse collettivo, alla faccia dell’opposizione seria e dello spirito europeo: la priorità degli europarlamentari di Elly Schlein – così come di quelli del tandem Bonelli-Fratoianni – è gettare discredito sull’Italia e sul suo governo. Forse qualcuno crede che così torneranno a vincere le elezioni: in bocca al lupo…

Franco Lodige, 13 novembre 2024

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