Una piazza stracolma, ordinata, motivata e colorata. Verde, bianco e rosso, i colori della bandiera nazionale ma anche blu, il colore dei conservatori che “in nome del popolo sovrano” si sono ritrovati a Piazza Montecitorio mentre in Parlamento si discuteva la fiducia per il governo Conte Bis. La scelta di manifestare contro la formazione del nuovo esecutivo Pd-Movimento Cinque Stelle il giorno in cui alla Camera si votava la fiducia, è nata dalla proposta di Giorgia Meloni che ha avuto l’intuizione di organizzare un evento senza simboli di partito, così le uniche bandiere presenti in Piazza Montecitorio erano i tricolori e gli striscioni per ribadire la necessità di tornare a votare. Sebbene la struttura organizzativa e gran parte del pubblico provenisse da Fratelli d’Italia, il carattere apartitico (ma non apolitico) della manifestazione ha fatto sì che aderissero decine di associazioni, movimenti e anche militanti della Lega e del nuovo movimento di Toti Cambiamo!
L’evento di questa mattina a Roma segna l’inizio di un percorso per costruire un polo conservatore in Italia, a differenza dell’immagine che alcuni politici e giornalisti progressisti hanno cercato di diffondere, si è trattato di un evento con una partecipazione al di sopra delle aspettative. Migliaia di persone provenienti da tutta Italia non sono riuscite ad accedere alla piazza già stracolma prima dell’inizio e sono rimaste nelle vie adiacenti alla Camera dei Deputati il cui ingresso era sbarrato dall’imponente portone non solo fisicamente anche simbolicamente.
Nei vari interventi dei parlamentari, degli amministratori, degli intellettuali e dei presidenti delle associazioni, prima della chiusura di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, è stata tratteggiata la linea politica per realizzare una nuova alleanza tra sovranisti e conservatori a partire dalle imminenti elezioni regionali in Umbria, Calabria ed Emilia-Romagna. La sfida nei prossimi mesi sarà quella di costruire un progetto politico duraturo, aperto e inclusivo verso la società civile, le associazioni, le liste civiche nei territori e in grado di interpretare le storiche battaglie della destra come il presidenzialismo (ricordato da Giorgia Meloni nel suo intervento) ma al tempo stesso di intercettare le sfide che la nostra epoca richiede.
Creare una destra moderna non significa dimenticare e cancellare la propria storia e i propri valori ma adattarli all’attuale contesto politico nazionale ed internazionale che richiede nuove risposte dalla politica fondate su solide basi valoriali. La manifestazione di oggi va perciò interpretata non solo come una piazza di protesta ma come l’avvio di un percorso per una nuova fase politica: per la prima volta negli ultimi anni si è aperto uno spazio per creare un grande polo conservatore che si rifaccia ai quei valori e a quelle idee che affondano le proprie radici nella secolare tradizione culturale conservatrice italiana.
Francesco Giubilei, 9 settembre 2019