Cronaca

La polizia svela il trucchetto dei migranti: l’escamotage per evitare il rimpatrio

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Più che profughi sono furbi. L’emergenza immigrazione attanaglia l’Europa e l’Italia, ma molto spesso la richiesta dello status di rifugiato è utilizzata impropriamente e pretestuosamente. Non si tratta di una sensazione o di una profezia, ma semplicemente dell’analisi fattuale della Polizia delle frontiere: il direttore Claudio Galzerano ha certificato che spesso i migranti che arrivano in Italia ricorrono all’escamotage di chiedere asilo per prendere tempo e scappare appena possibile.

“Dobbiamo distinguere chi viene in Italia perché in fuga da guerre e carestie e chi per altri motivi. Ricordiamo che chi arriva in Italia in maniera illegale commette un reato e c’è chi per evitare di essere rimpatriato ricorre all’escamotage di chiedere asilo, strumentalizzando le norme e facendo poi perdere le proprie tracce, l’analisi impietosa di Galzerano. Ospite ad un convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp e dall’Istituto Inmp, il direttore della Polizia delle frontiere ha evidenziato: “Dato che l’esame delle istanze di asilo richiedeva troppo tempo, il governo ha deciso di adottare procedure più veloci che devono esaurirsi in 4 settimane, che sono un lasso di tempo accettabile. In questo periodo il richiedente deve rimanere a disposizione dell’autorità di pubblica sicurezza”. Vietato dunque darsi alla macchia, come invece hanno fatto i migranti tunisini liberati senza troppe remore dalla toga rossa Iolanda Apostolico.

In altri termini, i migranti hanno individuato il meccanismo per aggirare la legge e mascherare quella che di fatto è immigrazione clandestina. Una tendenza che ha i giorni contati grazie al decreto Cutro, ma non solo: la procedura accelerata verrà presto imposta dall’Europa, a testimonianza della bontà della decisione del governo. Galzerano ha sottolineato: “Abbiamo adottato la procedura prevista dal decreto Cutro per 20 immigrati, la cui posizione poteva essere esaminata rapidamente: per il loro trattenimento è stata creata una struttura a Modica-Pozzallo che non è un Cpr ma un centro per profughi e rifugiati, con la presenza dell’Unhcr. L’istituto è stato contestato dall’autorità giudiziaria chiamata a decidere sul trattenimento disposto dal questore ma la mancata convalida non significa che l’istituto non sia valido o non sia efficace rispetto ai suoi fini”. Con buona pace dei magistrati pro migranti e degli hooligans delle ong.

Massimo Balsamo, 17 ottobre 2023

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