Politica

La preoccupante deriva delle università occidentali

Il delirio di matrice wokista e antisemita investe trasversalmente svariati atenei. Un neo-marxismo di ritorno

pro pal Torino

In un momento storico caratterizzato da un inarrestabile decadimento culturale e dal rapido dilagare dei pericolosi morbi dell’ignoranza e dell’omologazione, le università occidentali, anziché occuparsi della formazione e dello sviluppo del pensiero critico dei loro studenti, preferiscono promuovere l’antioccidentalismo e l’indottrinamento turbo-progressista a tinte verdarcobaleno.

In questo senso, particolare clamore ha suscitato nelle ultime ore la notizia dell’introduzione del corso obbligatorio per tutti gli indirizzi denominato “Transition et Durabilité”, ovverosia “Ecologia e Sostenibilità”, recentemente istituito dall’Università di Liegi. Già la tesi introduttiva del corso in questione appare alquanto sconcertante e lascia poco spazio a dubbi o interpretazioni personali: il degrado delle condizioni abitali della Terra è scientificamente da imputare alle responsabilità dell’uomo. E si badi bene, non dell’uomo nella sua accezione più generale, bensì a una specifica categoria di uomo: il maschio bianco, eterosessuale e cattolico. Quel ricco e amorale colonial-capitalista responsabile in quanto tale di tutti i peggiori mali che affliggono il pianeta e il genere umano.

Ma attenzione: guai a pensare che si tratti soltanto di un caso isolato o di un problema esclusivamente belga. Perché il delirio di matrice wokista investe trasversalmente svariati atenei in tutto il mondo occidentale, ivi compresi quelli italici. È questo il caso dell’Università di Sassari, ove esiste già da un paio d’anni il corso di studi “Teoria queer e di genere”, come rivela Il Giornale raccogliendo la denuncia del deputato leghista Rossano Sasso presentata contro l’insegnamento dell’ideologia gender nelle università italiane. Di più: stando al contenuto della nota trasmessa da Sasso al ministro dell’Università Anna Maria Bernini, lo stesso ateneo sassarese avrebbe incluso tra i testi da studiare “Elementi di critica omosessuale” dell’attivista e teorico degli studi di genere Mario Mieli. Per intenderci, colui che teorizzò la “liberazione dai pregiudizi sociali” e la “realizzazione della perversità poliforme” dei bambini grazie all’ausilio di “adulti consapevoli”.

In una sola parola: pederastia. Davvero inquietante. Soprattutto se si pensa che lo studio del testo di Mieli vale sei crediti formativi per gli studenti dell’ateneo sassarese. Nel frattempo, in una larga fetta del mondo universitario occidentale imperversa un dilagante sentimento antisemita che promuove tra gli studenti l’odio indiscriminato verso lo stato di Israele, unitamente a variegate forme di antioccidentalismo di maniera condite dall’innaturale esaltazione dell’islamismo più radicale. Risultato: boicottaggi contro gli atenei israeliani, cortei antiatlantici, deliri filoislamici, ripetuti episodi di intolleranza e discriminazione per affermare le proprie tesi e reprimere il dissenso e il libero pensiero.

In estrema sintesi, nelle università occidentali divampa un neo-marxismo di ritorno promosso da una parte del mondo intellettual-accademico di estrazione progressista che predica nelle aule universitarie la religione woke e perora tra i giovani istanze e sentimenti nettamente contrari alla storia e ai valori su cui erge la civiltà occidentale. La direzione imboccata è dunque alquanto preoccupante: la rapida diffusione del contagioso virus dell’anti (antioccidentale, antiatlantico, antisemita, anticapitalista) si fa sempre più largo nei tessuti vitali dell’Occidente, ne mina dall’interno la stabilità e ne minaccia l’esistenza.

Salvatore Di Bartolo, 13 ottobre 2024

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