Continua la liturgia del terrore

La profezia della televirologa: “A settembre torna la mascherina”

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Il club dei virologi della mascherina eterna si arricchisce di un altro illustre personaggio: Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, il cui riferimento al ministro della Salute è puramente casuale.

In totale contrapposizione con altri suoi illustri colleghi, tra i quali Matteo Bassetti e Andrea Crisanti -quest’ultimo in particolare sostiene da tempo di far circolare liberamente il virus, concentrandosi solo nella protezione dei fragili – la Viola, intervenendo su Sky Tg24, consiglia di continuare ad indossare questo controverso dispositivo di protezione “nei luoghi di lavoro, nei luoghi di forte aggregazione e nei luoghi dove dobbiamo rispettare la salute degli altri, penso per esempio a un supermercato o un negozio.”  Anche se, ha poi aggiunto, probabilmente passeremo una estate senza mascherine, ma solo per il breve lasso di tempo che va da metà giugno a settembre. “Penso che dal 15 giugno -ha puntualizzato la virologa- se i dati continuano ad andare in questa direzione, anzi speriamo di vedere un calo anche più netto dei contagi, potremo rinunciare alle mascherine per poi eventualmente riprenderle a settembre”.

Tuttavia, ci tiene a ribadire la virologa, “quando noi entriamo in un supermercato per mezz’ora al massimo, ma i cassieri ci stanno tutta la giornata e sono a contatto con tutte le persone che entrano. Poi per il resto dipende dalla situazione che stiamo vivendo: se siamo fragili, se viviamo con persone fragili, dobbiamo fare attenzione e usare la mascherina in moltissime situazioni tranne quando siamo all’aperto; se invece non abbiamo particolari problemi, concordo col dire che possiamo utilizzarla al lavoro e nei luoghi molto frequentati, ma per il resto rinunciarci”.

Quindi, per sintetizzare il contorto ragionamento della scienziata, possiamo permetterci il lusso di rinunciare alle mascherine in estate, ma ovunque ci sia il rischio di un assembramento o quando ci si trova in un luogo chiuso con altre persone sarebbe sempre meglio indossarle, anche con 35/40% all’ombra.  Detta in questi termini e accettata acriticamente la linea della massima prudenza prospettata dalla dottoressa Viola, forse unicamente passeggiando in solitaria in alta montagna potremmo trovare i requisiti ottimali per respirare liberamente come ai vecchi tempi.

Ora, dal punto di vista di un semplice osservatore della realtà che ci circonda, mi sembra difficile credere che la nostra esperta non colga l’estrema incongruenza nel modo in cui attualmente la gran massa delle persone usano le mascherine. Oltre al fatto che nella maggior parte dei casi nessuno le sostituisce entro le canoniche 4 ore, figuriamoci, si assiste ad una vera e propria schizofrenia mascherata, con le stesse persone che, dopo aver fatto la spesa in fretta e furia con le Ffp2 sulla faccia, ritroviamo comodamente sedute al tavolo di un bar o di un ristorante al chiuso che, tra un pasto e l’altro, trascorrono anche qualche oretta senza la medesima mascherina.  E questo è solo uno dei tantissimi contrasti stridenti che si possono facilmente rilevare ai tempi del coronavirus.

Quindi, delle due l’una: o il virus di cui parla la dottoressa Viola è talmente selettivo da scegliere con accuratezza solo alcuni particolari ambiti per attaccare l’uomo, oppure siamo di fronte ad una sorta di preoccupante impazzimento collettivo che, per tutta una serie di ragioni, ha trasformato le citate mascherine in un feticcio dai poteri magici, al pari del classico “cornicello” contro il malocchio. Tertium non datur.

Claudio Romiti

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