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La punizione di Platini - Seconda parte

Ho letto stamane un articolo di Pierluigi Battista, juventino sfegatato eppur equilibrato nei giudizi, sul Corriere della Sera in cui si sostiene una cosa condivisibile: gli errori attuali dell’uomo Platini non possono in alcun modo cancellare la grandezza del giocatore e la sua eleganza nel saper stare in campo: solo nei regimi totalitari gli uomini politici caduti in disgrazie sono cancellati dalle foto ufficiali. È verissimo, eppure la regola non può valere per Platini, non perché, cadendo nel ridicolo, vada cancellata la sua signorilità in campo e la sua leggenda calcistica ma, all’inverso, perché lavorando al fianco di Joseph Blatter non è caduto da uno stato di grazia in disgrazia ma ha continuato a vivere/giocare con evidenti tratti di eleganza e signorilità sapendo come vanno le cose del mondo e senza impancarsi a risibile giudice della corruzione universale che è lo spettacolo nanerottolo con cui sempre si sbellicano gli dèi.

“Non ho nulla da rimproverarmi” ha risposto Platini a chi gli faceva domande e chiedeva chiarimenti. Cosa mai dovrebbe rimproverarsi? Un anno fa ho incontrato Sergio Brio che, ricordando la sua Juventus, aveva parole speciali per Platini. Le stesse pronunciate oggi per difendere il suo compagno di squadra: “Un signore anche dal punto di vista umano, dotato di rara intelligenza, difficile da riscontrare in altri giocatori”. È l’intelligenza che manda avanti il mondo che, non a caso, è tondo come un pallone, anche se viviamo in tempi in cui in nome del terrapiattismo si chiederebbe ancor una volta l’abiura ad un terzino mirabile come Galileo Galilei.

Ps: a scanso di equivoci, non sono juventino

Giancristiano Desiderio, 19 giugno 2019

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